Riga Mon Amour?

24 Ott
Un posto già visto, da qualche altra parte, forse solo nell’immaginazione. Una città che è tale a tutti gli effetti, degna fotografia di quello che i Paesi Baltici stanno diventando e diventeranno. Riga non è più quel posto lontano, sconosciuto, che poteva essere fino a qualche anno fa. Cinque minuti di centro storico lo testimoniano.

La frontiera tra Lituania e Lettonia, che serve solo più per dar lavoro a qualche poliziotto e a far perdere sane mezzore, non riesce ad interrompere la continuità di paesaggio che sale dal finestrino. L’immensa pianura che ormai mi ha imprigionato (dove sono le mie montagne?) non accenna a cambiare; sono sicuro che potrei non scendere dall’autobus per centinaia di kilometri ancora e sapere cosa aspettarmi. Di colpo, poi, nel tramonto, arriva Riga. Con i suoi ponti, con le sue mille chiese, con i suoi ormai centomila locali notturni pronti a rapirti.

La stazione degli autobus, enorme, è vicina a uno di quei mercati di periferia specializzati nel vendere praticamente tutto, anche mazzi di fiori raccolti da qualche giardino qualche minuto prima.

La città vecchia, è la Riga che tutti vanno a cercare. Strutturalmente bellissima, tipica città del nord tirata su a pietre e legno che la rendono magica. Festival di turismo, di locali di ogni tipo, di studenti e di internazionalità che si respira in ogni angolo, anche in un weekend di metà ottobre. Soprattutto nella notte, quando ogni città diventa uguale a tutte le altre a seconda degli occhi che la guardano, lo spirito del divertimento ti avvolge in un secondo: passano pochi minuti e credi di essere a Siviglia o Granada, nel pieno della movida spagnola, solo con ben altri panorami…

Più di una volta, però, ti chiedi se non sia giunto il momento di cambiare cittadinanza, almeno per una sera, e smettere di essere italiano…okay non è facile far finta di essere qualcun altro con Marco che parla solo italiano e piemontese, però la speranza di una via di fuga è sempre lì, sospesa tra mille miei coetanei che si avvicinano ogni dieci metri con un cartoncino diverso, a pubblicizzare l’ennesimo Strip Tease o paradiso vario…sempre parlando un perfetto italiano. Non siamo più nella Genova di De Andrè, o forse semplicemente non siamo De Andrè, e dopo un po’ la voglia di smettere di camminare è sempre più grande. A un certo punto appare addirittura la pubblicità di una discoteca dove è possibile provare l’esperienza di una prigione sovietica. Meglio fermarsi davanti a una birra o un Vana Tallin, a discutere di quanti danni abbia ormai combinato irreversibilmente nei posti più belli del pianeta una determinata e nutrita categoria di connazionali d.o.c., esportatori delle migliori qualità italiche negli altri lidi… forse a un certo punto ho anche iniziato a ridere da solo, pensando a fiumi di polemiche lette in internet sulla Lituania: forse il miglior modo di salvaguardare ancora per un po’ di tempo questo posto è proprio dire a tutti che qua fa schifo…!

Tutto il resto, è stato un insieme di cose assurde ormai normali, come i jolly che ormai escono abitualmente dagli Ostelli della Gioventù, come una discoteca vissuta fino alle 8.04 del mattino, come l’incontro con un “romano atipico” uguale a noi e quello con un Viaggiatore professionista, 5 anni in giro per il mondo senza aver più visto di persona la sua famiglia in Australia e altri 5 ancora da vivere viaggiando, per dire davvero di aver vissuto.

9 Responses

  1. Anonymous ha detto:

    anche io dopo almeno 10 anni di viaggi potrò dire veramente di aver vissuto…

    anonimo cercatore di sogni

  2. cebeux ha detto:

    Ciao Seux!
    Non so se hai visto la mail che purtroppo ho dovuto mandarti…
    Saluti a Marco! Cmq il piemontese dovrebbe essere una lingua internazionale!
    Ste città baltiche mi ispirano un casino…
    A presto!

  3. zand ha detto:

    Ho visto paux…dai va bè non preoccuparti…prima o poi ce la farete!
    Ma se ste città baltiche ti ispirano un casino, perchè non fai un salto tu da solo intorno al 9 di novembre? ho il gancio per dividere un viaggione in pulman fino a helsinki (si torna dalle tue parti), poi traghettino fino a tallin, visione accurata della Venezia del Nord e ritorno in terra lituana. Il tutto a modica cifra. Prendi o lasci?

    Invito rivolto a chiunque. Anche all’anonimo cercatore di sogni che mi puzza di non-cosi-anonimo…!

  4. Anonymous ha detto:

    come un lampo, che improvvisamente appare e repentinamente scompare, lasciando la meraviglia di quell’istante di luce

    anonimo raccontatore di storie

  5. Anonymous ha detto:

    Quanti poeti in erba. Il blog del nostro Zan ha stimolato le menti, le ha nutrite di idee e incitate ad esporsi senza remore. Cosa non può fare la tecnologia. Anonimo cercatore di sogni, forse il tuo sogno esiste già ma la tua mente si rifiuta di vederlo. Per paura.

  6. zand ha detto:

    In poche parole, proprio quello che volevo. Non un monologo figlioli! Aprite le menti, scrivete, se volete firmate. Anche se non è importante dare un volto o un nome a un pensiero di un istante.

  7. Anonymous ha detto:

    Noi, piccoli operai della parola, ricercatori di lidi inesistenti, desiderosi di un’anima viaggiante, aneliamo, con brevi frasi, a sollevarvi dalla quotidianità e a volgere lo sguardo oltre i confini più prossimi.

    Anonimi manipolatori di parole

  8. Anonymous ha detto:

    la paura mi è fedele compagna in ogni viaggio. e il sogno è li per continuare a farmi continuare

    anonimo cercatore di sogni

  9. […] mese si conserva sempre una sicurezza infallibile, entro nel Riga Hostal che mi aveva accolto l’altra volta, due parole con Juan che dopo un minuto mi riconosce. Mi riconosce e mi ringrazia: piu’ di […]

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Diary of a Baltic Man

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