Quattro giorni a Vilnius

29 Ott
Se ne torna a casa, dopo dieci giorni, Marco, e arriva il freddo. Una vendetta pungente in tutti i sensi, quella del destino, questa volta: ho passato gli ultimi giorni a fare il furbo e a sottolineare come mi restino ancora un buon numero di giorni da passare qua ogni volta che lui allontanava dalla mente il momento del ritorno, e così se ne va lasciandomi nel freddo e nei primissimi accenni di neve. Logico.
Sarà con il freddo che tornerò le prossime volte a Vilnius. Una città che mi ha stregato, mi ha preso nell’inconscio con una forza troppo potente per sfuggire. Ma non avrebbe neanche senso cercare di sfuggire a questa piccola capitale degna di appartenere a quell’Europa che ha tanto cercato, e che ormai si materializza nelle sue strade, sotto ogni aspetto. Una città elegante, moderna e antica allo stesso tempo, ricca di chiese e pregatori vari di ogni religione, altrettanto ricca di culture e di popolazioni differenti. Soprattutto, ricca di cultura.
Un’impressione potente ti assale mentre cammini per le strade di Vilnius: si ha la sensazione di essere in una città dove non esistono avvocati ingenieri o mercanti, ma solo musicisti pittori e attori. Solo un’impressione ovviamente, che se ne sta racchiusa tra le vie della Vecchia Città, la nuova Vilnius ovviamente ti riporta alla realtà. Un’impressione dovuta magari ai pittori che espongono i loro quadri in ogni angolo, o ai mille musicisti che si spostano dai conservatori ai locali di live music. Impressione generata forse anche dalle troupes cinematografiche impegnate a girare un film in un’elegante casa del centro, in una delle tante zone protette dall’Unesco.
In più, il gioiellino di Trakai, un insieme di laghi vari coronati dal castello e dal suo museo che ne fanno una classica meta d’obbligo per tutti i turisti. Proprio a Trakai scende il tramonto.

Poi arriva la notte, con la sua solita metamorfosi. Che cambia la faccia alla città, cambia le faccie delle persone, ma soprattutto cambia il codice mentale con cui cerco di interpretare il mondo. Vilnius diventa ancora più bella, la sua magia si sposta dalle strade ai locali, la colonna sonora non è più solo musica classica ma un mix di tutto, non solo in senso positivo ovviamente. Arriva il solito cumulo di incontri, conoscenze e storie assurde, ma questa non è solo più storia esclusiva di Vilnius ma caratteristica essenziale di tutte queste zone.

Tornerò presto a Vilnius, anche se non ci sarà più Marco con me. Solo un motivo in più per altre conoscenze.

8 Responses

  1. Anonymous ha detto:

    Che figata di posti! Dai pompa mollika band live in trakai…!

    ricky

  2. Deadstar ha detto:

    Certo che avete sempre le solite FACCE DA CULO!
    Condivido tutto quello che ti ho scritto via mail. Te la stai passando bene e ce ne stai rendendo partecipi alla grande…continua così!

  3. Anonymous ha detto:

    domanda:
    “qual è il carabiniere più buono?”
    risposta:
    “quello alla griglia”

  4. illuca ha detto:

    doh! non mi carica tutto il link.
    …il finale era _ride.jpj.

    esperimento fallito

  5. Cournot ha detto:

    Allora da come ho capito Vilnius batte Riga 2-0!Una MontMartre dell’Est Europa con Trakai al posto del Sacre coeur!

  6. Anonymous ha detto:

    …sempre culi, in ogni momento…non posso fare altro che approvare tutto ciò che il mio collega scrive…e non sai quanto goda al cambiamento climatico…ciapa li…il rientro è stato traumatico…by marco…cioè quel culo in foto…

  7. zand ha detto:

    Fabio, fai un salto fino a Ceva a abbassare la cresta all’uomo che mi ricorda ripetutamente i 25 gradi….!
    Il tuo paragone con Parigi calza a pennello.

    …Now I have to test tallin…

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Diary of a Baltic Man

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