Archive for ottobre, 2006

“Sentire che respiri, sentire che vivi…”


11 Ott
Giornata intensa, questa. Ho avuto un bel po’ da fare, questa volta non per l’università o altri sbattimenti ma nel traballante mondo dell’online.

La valanga di commenti e reazioni, non solo su questo sito ma anche su altri, è stata travolgente, e mi ha perseguitato per tutto il giorno. Non con tormento e angoscia, ma come uno scherzo sfuggito di mano, è diventato più grosso di me e l’unica cosa che potevo fare era assistere passivamente. Tantissimi commenti, tantissime frasi importanti, qualche cosa che si poteva evitare: fa parte del gioco, e allora tanto vale divertirsi a leggere.

La sorpresa, però, arriva alla sera; sbalorditiva come l’apparizione di Babbo Natale ma anche sottosotto attesa, proprio come l’arrivo del suddetto. La mia casella mail si è aperta su una massa di lettere inaspettata, tutte frutto delle voci di comare odierne. Scritti di ogni sorta, che spaziano dal classico all’assurdo, mi hanno fatto visita e rapito, inviati da gente che credo di conoscere di persona ma, soprattutto, da gente che non consco.

Pertanto, ringrazio tutti per la manifestazione di vitalità, e ringrazio in particolare persone che non posso nemmeno immaginare quali Luca, Gintare, VooDoox, Vilniusboy, Fabio, Lamli e Jonas/Giovanni. Ma in particolare ringrazio Sigmundflower, o “il Primitivo” che dir si voglia, che mi ha inviato una mail piacevolissima che rispecchia l’interpretazione semiotica (eh eh…!) che si deve dare a questo blog. Onorato.

Tra le critiche, un appunto: la faccenda di Borja non è stata mal interpretata ma mal spiegata (Mea Culpa). Vanno lette all’interno di un contesto Erasmus e non lituano, l’aggettivo “lituana” che ho riportato nel suo messaggio potrebbe essere benissimo sostituito con qualsiasi altra nazionalità, perchè se ripenso alla scena che ha vissuto con una ragazza, probabilmente ubriaca, conosciuta in discoteca, mi addormento ridendo…. Nessun disprezzo verso la serietà delle ragazze lituane, nessun doppio-significato da ricercare in quelle parole: lo stesso poteva accadere a Genova o Valencia. Giusto chiarirlo perchè va bene prendersela con me, ma non con lui.

Poi, cambio canale e me ne vado in Italia, a vedere che succede. Incredulità e sbigottimento: un parlamentare su tre è drogato! Incredulità e sbigottimento per davvero: avrei detto molti di più. La Fini-Giovanardi, inutile negarlo, ha dato i suoi frutti.

Istruzioni per l’uso


10 Ott

Okay, okay, okay. Mettiamola così, sono i pro e i contro che si insediano in ogni cosa. Il problema qua è questo. Quando appari su un blog che ha la sua importanza, devi essere pronto ad ogni tipo di sfida: e questo non era il mio obiettivo, nè tantomeno lo è adesso.
Il blog di Karim raccoglie sentenze nel bene e nel male, proprio perchè si basa su un bacino d’utenza enorme, che porta ogni viaggiatore del web alla ricerca di informazioni sulla Lituania ad imbattersi nel suo piccolo, grande, immenso lavoro.
Adesso, in qualche modo, ne sono partecipe anche io, con tutti gli onori e gli oneri della situazione. Mettiamola così.
Io non sono una mente suprema che ha la pretesa di spiegare il mondo in cui mi sono autocatapultato, semplicemente mi è passato per la testa di tenere un blog del mio Erasmus (leggi: esperienza di vita destinata a svolgersi in un periodo PRESTABILITO) e così ho fatto.
Proprio per questo motivo, credo che sia giusto stabilire un paio di presupposti importanti:
  1. questo è un blog creato principalmente per comunicare con i miei amici o conoscenti impressioni, non verità assolute, che vanno prese come tali.
  2. sono in Lituania per una serie di motivi ben precisi, che possono essere così sintetizzati: vivere in un posto fuori dagli schemi e assumerlo fin dall’inizio come tale; imparare l’inglese; viaggiare verso posti così periferici da apparire indispensabili; evitare di trovarmi in mezzo a mandrie di italiani-tipo in cerca di Erasmus-fiesta-discoalcoldonne-no-stop; conoscere mentalità diverse e proprio per questo indispensabili.
  3. il mondo è a volte piccolo a volte troppo grande. Ci sono tantissimi posti che vorrei prima o poi vedere, e sono tutti simili più alla Lituania che a Las Vegas. Ho viaggiato in bici per Slovacchia e Polonia, ho suonato nelle città più belle di Spagna e Portogallo, ho cercato di vedere altri posti secondo mentalità diverse da quelle Alpitours. Sono qua per continuare a far così.
  4. ogni Paese, ogni Area geografica e probabilmente ogni Città ha la sua mentalità. Nessuno qua ha la pretesa di imporre la propria, semplicemente mi piacerebbe assimilare quelle che riesco a conoscere. Per questo motivo, cercherò di conoscerne il maggior numero possibile, proprio per eliminare quel pregiudizio tutto “occidentale” che tende a riconoscere il proprio modello di organizzazione di vita come l’unico ammissibile.
  5. non mi piace discutere, nè sul web nè nella vita reale. Solitamente, rispondere e controbattere a maleducati che si introducono nei mondi altrui non è un mio hobby. E non deve diventarlo: quindi, se qualcuno ha da fare qualche legittima protesta a qualsiasi cosa, non c’è problema, a patto che si mantenga nei limiti dell’educazione e della coerenza: questo è un blog, non un monologo, quindi i commenti sono ben accetti. Quello che non mi piacerebbe vedere è una caccia alle mosche, dove fiumi di parole e di argomentazioni assurde si perdono in un mare di illogicità, come troppe volte ho visto in Rete. Per qualsiasi incomprensione, comunque, esiste la mia mail, non è difficile trovarla.

Su queste pagine, si leggeranno di sicuro impressioni di ogni tipo, anche contrastanti fra di loro, figlie del fatto che la Lituania non è nè migliore nè peggiore della Francia o della Spagna, semplicemente è DIVERSA. E lo stesso vale per il suo popolo, per la sua lingua, per i suoi usi ed i suoi costumi. Chi leggerà o ha letto giudizi di ogni sorta, avrà interpretato male le mie parole, non necessariamente per colpa sua: dopotutto, scrivo quello che mi passa per la testa in quei pochi momenti che riesco ad essere davanti al compuer.

E’ necessario fissare delle linee base perchè questo blog sta diventando strano, mi intasa la casella e-mail di commenti entusiastici e mi ritrovo illustri sconosciuti a giudicare senza conoscere. Quindi, buona navigazione, commentate che è facile e mi fa piacere, e adesso che ho risolto le faccende burocratiche posso andare a dormire.

Totò sull’autobus


09 Ott

C’è una città, all’interno di un Oggetto Non Meglio Identificato chiamato Unione Europea, che rappresenta un mondo a parte, una sorta di città stato. Non è neanche assimilabile al resto del Paese che la racchiude, perchè racconta storie sue, atti e fatti non condivisibili da un mondo che sembra vivere secondo altri schemi.
Kaunas. Una città talmente controversa che comincia anche a piacermi. Dalle parole di chi ci vive, traspare una sicura approvazione sulla propria città, ma dietro il muro di ovvie banalità di circostanza, si legge una curiosità morbosa di conoscere la mia opinione su questo posto. Te lo leggo negli occhi, caro mio!
Allo stesso modo, fa sorridere la prontezza che contraddistingue chi a Kaunas non vive nel sottolineare la cosa, contribuendo a creare un alone di fascino a questo angolo di mondo.
Come sempre, però, la realtà sta nei fatti. E i fatti si svolgono su un set consolidato, un centro città nell’ora di punta, con tutti i suoi protagonisti che si muovono, vivono, sotto gli ultimi caldi raggi di un ottobre generoso. Alla fermata di un autobus, un illustre sconosciuto si appresta a salire sul mezzo sotto la colonna sonora dei Foo Fighters, quando si accorge che dietro di sè, sugli scalini, un uomo è probabilmente inciampato e caduto.
Fotogrammi di un attimo, scene che si susseguono veloci, stordimento dovuto al passaggio da una situazione di calma all’adrealina pura. E forse anche al passaggio alle distorsioni del ritornello, nel frattempo, delle chitarre nell’mp3…l’immagine è confusa, il camaraman non capisce, sullo schermo traspare l’uomo che prima era caduto alzarsi in un secondo, delirare nel frattempo e scagliare un pugno incredibile sul naso di un suo simile dietro. La musica è sempre più alta, confusione: tre compari del colpito non accettano la cosa e si scagliano sul Nostro. Flash sull’autista dell’autobus: ha i suoi anni, di film così ne avrà visti serie intere. Chiude le porte e parte, tra le espressioni di sdegno internazionalmente simili di vecchiette spettatrici. Pochi metri, e si sente un colpo sordo: tre contro uno, il Nostro è finito contro il retro dell’autobus, fortunatamente un attimo dopo del passaggio della ruota, e adesso giace sull’asfalto. L’autista, ancora lui, ingranerebbe volentieri la retromarcia, ma il suo ruolo gli impone di fermarsi a vedere. La musica adesso si è fermata, anche i Foo Fighters vogliono capire. Ma non c’è niente da capire, e si riparte.
Quando sono sceso, ho lanciato un’occhiata al retro dell’autobus. Macchie di sangue, sarà per quello che li fanno rossi.
Sono un uomo di mondo, ho fatto l’Erasmus a Kaunas.

Klaipeda – Kaunas sola andata


09 Ott

La solita puntualità che mi contraddistingue ha fatto si che ieri l’autobus delle 5 e mezza per Kaunas se ne è andato via senza di noi. Neanche il tempo di guardarsi in faccia e ovviare il problema cercando un baraccio di periferia per una birra d’attesa, e già si avvicina un lituano misura-campione (più o meno così) offrendo un passaggio in macchina per Kaunas, a 30 litas, cioè 8 euro. Che si fa? Un rapido resoconto della situazione, uno sguardo d’intesa con lo spagnolo, un’occhiata alla faccia del tipo, sicuramente non una delle più belle in giro. Chiaro che si va!

Sguardi circospetti, attenzione: chiaro che non è una cosa del tutto legale quella che sta facendo, soprattutto se si calcola che non partirà di sicuro solo con noi due, solo per noi due. Mi vengono in mente i racconti di Alessandro ed Enrico su Cuba e sui cubani, affianco le due situazioni e mi accorgo che calzano a pennello: sicuramente ho a che fare con uno di quei sovietici mandati a studiare dall’Amico Fidel tanti anni fa…
Fatto sta che non passano dieci minuti e già si parte. Su un’Audi di dieci anni fa, Borja, un militare dell’esercito e una bellissima ragazza tutta tiratissima, ho visto passare per duecentoventi km proprio quello che stavo cercando.

P.S.: per Paolo e per tutti, il programma per i fotomontaggi usato dal prode Enzo è Adobe Photoshop. Lo so che Enzo poteva postarlo direttamente sul blog, ma è un fagnan e così lavoro extra per me…!

Incontri


08 Ott

Viaggio nel cuore della Lituania, fino ad arrivare a vedere quella linea blu che rappresenta il tetto di mamma Europa.

Un’altra sensazione di monocromaticità, ma questa volta il colore è vivo: verde. Per duecentoventi kilometri, la fotografia che appareva dal finestrino era sempre la stessa. Prati e boschi, alberi ed erba, animali e fiumi, piccoli villaggi e nulla: il cuore della Lithuania, paesini marginali di un paese marginale, e proprio per questo intatto e capace di farti apprezzare…il nulla.
Poi, Klaipeda, tipica figlia del Nord imparentata con qualche tedesco, città tranquilla e affascinante, città di mare come Genova ma figlia del suo mondo come Cuneo.

E a proposito di Cuneo…l’incontro. Dopo aver lasciato fino a ieri l’impegno nel limbo delle cose da fare, i tempi erano ormai maturi. E il countdown, anche quello implacabile: curioso che abbia incontrato Karim proprio nelle sue ultime ore lituane, prima di una partenza definitiva per la Granda dopo tanti mesi qua. Una sensazione particolare, quella di entrare nel mondo reale di una persona che non conoscevo personalmente dopo averne seguito le giornate attraverso la sfera del virtuale, grazie al prodigio del suo blog.
In qualche modo, entrando negli stessi locali che avevo visto in mille foto mi sembrava di esserci già stato, una sorta di déja-vu continuo che non ha fatto altro che sorprendermi ancora di più…
Un passaggio di consegne insomma, tra chi parte e chi arriva, all’interno del quale ogni minimo particolare viene assimilato con modalità totalmente diverse, l’ennesima noiosa abitudine per chi lo vive da troppo tempo ormai e l’interessante novità di chi ne vive la prima volta.
Karim ha deciso di tornare a casa, schiacciato fino all’esasperazione da quei lati negativi che queste terre e i suoi occupanti possono generare, ritorna a Casa. Alla sera l’implacabilità della sorte e di un mondo che è veramente troppo piccolo mi ha portato a conoscere Mirko, un ragazzo di Genova che invece ha deciso di trasferirsi definitivamente a Klaipeda: due storie diverse, due punti di vista diversi, due vite diverse, mille ragioni per entrambi e un coraggio comune, nel prendere decisioni importanti sia in un senso che nell’altro.
In mezzo, io e Borja, un’altra ragione per essere qua, una data di scadenza con questa terra che dovremo rispettare, nel bene e nel male; un’opportunità di scrivere anche per noi storie come quelle di Karim e Mirko.

Ritrovo al Kurpiai tra Lituanocuneesi; Karim è un pazzo di quelli “come si deve”, e sarà un piacere rincontrarlo, nella sua Lituania Italiana.

Finalmente sono un vero Baltic Man


07 Ott

Sto scrivendo da un ostello della gioventu’ a Klaipeda, sul Mar Baltico, duecentoqualche kilometro piu’ in la’ di Kaunas.
Perche? Difficile spiegarlo ora, ho troppo poco tempo.
Quindi, mentre aspetto che Borja finisca di infighirsi nella doccia, mi collego al mondo e vi saluto.

Da fuori non incoraggia, ma dentro è eccezionale…ed economico!

Gente della notte


06 Ott

Un’altra notte mi avvolge e mi copre, mi trascina in un mondo dove trovo me stesso…non riesco a capire perchè, ma quando intorno a me c’è solo il buio riesco ad essere me stesso…

La notte è più bello, si vive meglio, per chi fino alle 5 non conosce sbadiglio, e la città riprende fiato e sembra che dorma, e il buio la trasforma e le cambia forma e tutto è più tranquillo tutto è vicino e non esiste traffico e non c’è casino almeno quello brutto, quello che stressa, la gente della notte sempre la stessa ci si conosce tutti come in un paese, sempre le stesse facce mese dopo mese e il giorno cambia leggi e cambia governi e passano le estati e passano gli inverni, la gente della notte sopravvive sempre nascosta nei locali confusa tra le ombre. La gente della notte fa lavori strani, certi nascono oggi e finiscono domani, baristi, spacciatori, puttane e giornalai, poliziotti, travestiti gente in cerca di guai, padroni di locali, spogliarelliste, camionisti, metronotte, ladri e giornalisti, fornai e pasticceri, fotomodelle, di notte le ragazze sembrano tutte belle, e a volte becchi una, in discoteca, la rivedi la mattina e ti sembra una strega, la notte fa il suo gioco e serve anche a quello a far sembrare tutto, tutto un po’ più bello…

Lo dice anche Jovanotti, ma come lui l’avranno pensato in tanti…alla fine, le notti sono tutte uguali, con il loro mantello scuro riescono a nascondere le differenze e a rendere uguali popoli diversi, a nascondere quello che vorrebbe essere il “motore di vita” per lasciare spazio a quella che è la vita, vera e propria.

Sono legati alla notte i miei ricordi più belli. Sono legati alla notte mille parole, milioni di discorsi, quintali di speranze e centinaia di promesse. Puntualmente, con il risveglio, ogni cosa sembrerà troppo lontana, e un mix di vergogna e compassione cancellerà tutto, lasciando solo una sensazione di stordimento.
Quello che succedeva in Italia si ripete anche qua…mentre cammino per una Laivès deserta, mi si avvicinano i fantasmi di amici in questo momento troppo lontani…li vedo mentre parlano, mentre scherzano, mentre fanno i coglioni, mentre suonano, mentre vivono…senza di me.
E allora penso a quante cose mi sto perdendo, a tutto quello che succederà in un anno, alla sensazione di extracomunitarietà che troverò un giorno in quello che era il mio mondo…penso a mio fratello, penso a tutti; penso a tutti e non sto pensando a niente..mi immergo in un venerdì sera cuneese, o savonese, o genovese o chissà dove, ma alzo gli occhi e mi trovo lontano, troppo lontano per allungare una mano e sentire il resto di me stesso corrispondermi un feedback, e allora capisco di essere impotente…

In un attimo, però, arrivo a casa, rientro in un mondo materiale e concreto, e mi accorgo di essere una materia effettiva, come tutte le altre, semplicemente spostata in un altro riferimento spaziale.

Intorno a me resta soltanto il buio, e con la sua monocromaticità dipinge il set di questo episodio con una tecnica a me conosciuta: la riconosco, è casa mia. E’ il mondo.
Buona notte.

Tutti prigionieri di una grande rete


05 Ott


Li chiamano miracoli di internet, ma non hanno niente di paranormale…sono i nuovi mezzi di comunicazione, e permettono a migliaia di persone lontane e diverse di vivere all’interno di uno stesso salotto…
In questo caso si tratta di blog. Curioso e spinto dal “se non vedo non credo”, ho voluto provare a metterne su anche uno io, e i risultati mi stanno intrigando sempre di più. L’immaginario postino che passa ogni giorno nella mia casella mail ha sempre più lavoro, tutta gente che legge questi frutti di insonnia pre-mattutina e di cui mi fa piacere sentire le opinioni. Gente che conosco come me stesso, che sento vicina a me come (e forse anche più) di quando sono a casa. Ma anche gente che non conosco, che mi trova per caso intrappolato nella ragnatela globale…

Ieri ho scritto qualcosa di sbagliato o, per meglio dire, di impreciso. Non so perchè, ma non mi sono mai avvicinato troppo ad Hemingway, e la corrente etilica figlia della parlata dell’amico lituano mi ha probabilmente travolto. Ecco i risultati:

Premesso che probabilmente il tuo amico lituano non ha una grande cultura, però Hemingway ha partecipato alla prima guerra mondiale sul fronte italiano e ne ha anche scritto un libro: Addio alle Armi, basato su esperienze personali dell’autore, che nella prima guerra Mondiale aveva prestato servizio nel Regio Esercito Italiano, come conducente di ambulanze, racconta una storia d’amore e di guerra che si svolge in Italia prima, dopo e durante la battaglia di Caporetto.

Seguono trama e altre informazioni sull’Hemingway impegnato in Spagna. By Enzo, che dopotutto rimane un impeccabile professore e deve portar con sé il peso del suo ruolo…!

Ma anche Paolo, e altri, hanno voluto dirmi di più: nuova frontiera del giornalismo o evoluzione dell’informazione che sia, il risultato di fondo non cambia: se racconti una balla in Internet ci sarà qualcuno che ti smentirà, lo dice da sempre Beppe Grillo

Quindi, grazie a tutti per l’interattività. E grazie a Francesca per i complimenti! E un’informazione tecnica: Paolo mi chiede di chiedere a Enzo quale programma usa per i suoi fotomontaggi perfetti, io taglio la testa al toro e chiedo a Enzo di rispondere qui sopra. Lo stesso vale per tutti gli altri ovviamente…non è difficile. L’unico rischio, è quello di diventare prigionieri di una grande rete.

Tutto il mondo è…


04 Ott

Vita da turista modello A. Oggi sono andato, con i 3 spagnoli più integrati nel mondo e Egle, una lituana, a vedere il Museo celebrativo della Seconda Guerra Mondiale.

Guardando le foto di volti, sguardi e cumuli di corpi, passando davanti alle teche con i feticci di vita quotidiana, la mente vola lontano centinaia di kilometri, e riconosce nei nomi illeggibili di sconosciuti orientali le vittime delle proprie famiglie, di quelle che chiamano  radici. Inevitabile pensare allora che la guerra non è stata allora solo sulle montagne cuneesi, o nelle più sperdute Langhe…. Le storie di partigiani, repubblichini, soldati e civili sono simili in tutto il mondo, e il Museo di Kaunas ne è la prova.

Solo una differenza…questa gente, nel 1941, guardava alla guerra come ad una liberazione, la fine di un’oppressione sovietica che cancellava identità antichissime. Il ritrovarsi sotto un altro regime, dall’altra parte dalla medaglia ma nella stessa merda, è stata una prova morale ancora più dura per i popoli lituani e baltici in generale, che non vedevano davanti ai loro occhi nessuna via di salvezza.
E quando la guerra sarà finita, Hitler sconfitto e il mondo al “e vissero tutti felici e contenti”, per i lituani inizierà un’altro triste capitolo, scritto da qualcuno particolarmente sadico ma anche da personaggi eroici come Ramantas, autoincendiatosi ventenne inneggiando alla “Lithuania libera” nel 1972 davanti al palazzo comunale di Kaunas.

Ma c’e’tempo per riflettere e c’è tempo per tornare nella realtà. Su un minibus, tornando verso il centro, un paio di cinquantenni indigeni si sono interessati alla nostra parlata esotica. Uno di loro, seduto al mio fianco, posa su di me il suo occhio non proprio vigile e si informa sulla mia provenienza. Italia, gli dico. “Ah! Italian! Yes! Yes! I love Hemingway! Vive l’Italie!”
Mentre cerco nei meandri della mia mente cosa c’entri l’Italia con Hemingway, quello prontamente estrae dal cilindro la classica bottiglietta dell’alcolizzato e vorrebbe che condividessimo la sua vodka con lui e il suo amico. Quando gli faccio notare che per tanti sarebbe l’ora del cornetto e cappuccino, ne prende atto e non si dispiace, dopotutto, di dividere il rimanente in due anzichè in 7.


“E’ il nostro problema”, spiega la ragazza lituana che è con noi alludendo alla mole inconcepibile di ciucchimarci a qualsiasi ora del giorno, quasi tutti muratori a dir la verità.

Non solo vostro cara Egle…ma intanto non la seguo più. La mente vola a Hemingway in Italia.

Il ponte sul Neris, portatore di un recente passato che e’ difficile scrollarsi di dosso…

Come nelle barzellette


04 Ott


Nella foschia di Kaunas by night, ci sono un italiano, un francese, uno spagnolo ed un tedesco che si aggirano in mezzo ai pericolosi fantasmi reali, lituani di dimensione-arredamento (e non si parla del comodino) che ti scrutano e non ridono.
Entrano in un pub, e parlando parlando prendono un giro di birra per uno. A questo punto, si aggiunge un lettone, dall’aria fumettesca, e si inizia a parlare dei soliti argomenti internazional-popolari.

Poi, il suo racconto: l’anno scorso, in Lettonia, i telegiornali e i giornali avvisarono la popolazione di un ritrovamento di un enorme bosco in cui nascono efficacissimi Magic Mushrooms (non metto il link perché chi sa sa e chi non sa se li cerca su internet lui.)
Seguirono raccomandazioni di esperti, interviste a medici, allarmi da parte della polizia: fate attenzione, non raccogliete quei funghi, sono pericolosi.

Immediatamente partì l’esodo verso quel bosco, e il giorno successivo non ci fu bisogno di esperti o presunti tali per “disinfestare” l’area e distruggere i funghetti.

Per una volta, il vincitore nella barzelletta non è l’italiano.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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