Allergia cronica

15 Nov

Non mi sono mai stati troppo simpatici, non per un motivo preciso, ma forse per una ragione genetica, un qualcosa di radicato dentro di me che mi rende intollerante. C’è chi a pelle non sopporta qualcosa, anche qui senza un giustificato motivo, per me avviene la stessa cosa con le divise. Che ci posso fare? Niente, mi terrò il mio problema.Non mi ricordo più chi me l’abbia detta, ma mi ritorna nella mente questa frase simpatica:

La differenza tra l’uniforme e la divisa è che la prima unisce, la seconda divide.

Detto questo, mi vengono in mente due episodi da raccontare. Il primo è storia di ieri mattina:

Descrizione del set d’azione: Kaunas, Lithuania. Strada antistante l’università, piena mattina di un giorno di settimana –> gran folla di studenti.

Protagonisti: la Policija, Zand.

Trama: Come tutti i giorni settimanali, tutti i minuti, la folla di studenti crea un viavai continuo davanti alla principale università di Kaunas, e approfitta di un semaforo rosso in lontananza che ferma tutto il traffico per attraversare la strada, deserta. Da ricordare che Zand fa parte della folla. E’ a quel punto che sbucano un paio di armadi vestiti “alla paramilitare”, che con simpatia si impadroniscono della folla e la “accompagnano” gentilmente su un autobus firmato Policija, anch’esso sul verde-grigio andante.

Sbigottimento della folla, non tutta a dire la verità, per qualcuno forse non è la prima volta. Curiosità mia, soprattutto quando vedo che sull’autobus ci sono altri studenti che parlano coi poliziotti, si incazzano, mostrano documenti vari e alla fine…pagano.

Da notare, solo ed esclusivamente studenti.

Arriva il mio turno, ma “ne kalbu lietuviskije” e devo aspettare un poliziotto che sappia l’inglese. E’ come cercare un cervello a Buona Domenica, ma il prode stupisce tutti e arriva a oscurarmi con i suoi due metri e più. Qui inizia il dialogo tra Z (Zand) e, come lo chiama Borja, A (Animal). I puntini vanno sostituiti da lunghi attimi di silenzio con faccia da ebete.

A: Why you crossed the road?
Z: (…)
A: Why – you – crossed- the -road?
Z: Everybody’s crossing the road, there wasn’t cars.
A: Do you know that there are stripes?
Le striscie pedonali, a onor del vero, ci sono, duecento metri più in là, o per lo meno se ne intravede una gloriosa presenza passata.
Z: (…)
A: What country?
Z: Italy.
A: Show me your passport.
Z: Ok.
A: Why your are in Lithuania?
Z: Holidays.
A: How long?
Z: One week.
A: Do you have money?
Z: (…)
A: Do – you – have – money??
Z: No
A: Why not?
Z: (…)
A: Why don’t have?
Z: (…)
A: WHY – WALK – IN – LITHUANIA – WITHOUT – MONEY??
Z: It’s forbidden?
A: …not. But you are without money?
Z: I have, at home. Not here.
A: Do you have credit card?
Z: Not.
A: (…)
Z: (…)
A: You are free. Be careful.
E questo è quanto, il dialogo è fedele. Da aggiungere e ricordare solamente che la strada in questione era deserta come una via periferica di Battifollo.
L’altro episodio me l’hanno raccontato i quattro esuli in terra lituana per una settimana, e riguarda la loro partenza da Torino Caselle. In coda per il check-in, come al solito stressante e noiosa, quando si avvicina l’uomo-più-brutto-del-mondo, che fantasiosamente chiameremo Luciano Moggi. In un attimo tutte le forze dell’ordine si prodigano per attivare un check-in speciale solo per lui, dove ovviamente può passare indisturbato e in un secondo. Capannello di carabinieri, o polizia aeroportuale (non so) a servire e riverire, inchinarsi e leccare, baciare e incoraggiare.
Da ricordare, si noti bene, che non si sta parlando solo di un personaggio sportivo, che può risultare simpatico o antipatico. Si sta parlando di un uomo colto sul fatto e accusato da prove schiaccianti nel suo reato, un uomo (non l’unico, e siamo d’accordo), che ha truffato milioni e milioni di cittadini, cioè tutti quelli che per due anni almeno hanno giocato schedine su partite truccate, cioè magari anche gli stessi uomini in divisa troppo impegnati a baciare e mettersi a 90 per accorgersene.
Proprio quegli stessi uomini che, per lavoro, avrebbero il compito di combatterli i criminali.

11 Responses

  1. Cournot ha detto:

    Alla faccia!
    Stronzi questi poliziotti lituani…sembra quasi che siano italiani da come si comportano… sei sicuro che non fossero immigrati di vecchia data?
    Ti sei già fatto riconoscere…te l’avevo detto che il pericolo Polivtoskaja è sempre dietro l’angolo…
    Ciao!

  2. Luigi Tenco ha detto:

    …invece tra di voi
    ce n’è più di uno
    che è vestito bene,
    pettinato bene però…
    per bene non è.
    E questo qualcuno,
    si è messo in testa
    che la gente
    con la buona e le cattive
    deve fare quello che vuole lui.

    Ma ognuno è libero…….

  3. Elio e le Storie Tese ha detto:

    Ti amo…ti amo campionato…non ci sei mancato…anzi NON CI ERI mancato…adesso siamo contenti, che sia finita così…perchè l’amore ha riempito tutto l’universo della figc…

    Canzone di qualche anno fa.

  4. bunja ha detto:

    E’ come cercare un cervello a Buona Domenica….odio le faccine che ridono sui computer ma stavolta la metterei…!

  5. Anonymous ha detto:

    ci godo di brutto…

  6. VIKTOR ha detto:

    Sandro, le tue come hai detto sono solo idee, impressioni che, come hai detto, sono tue. Possono essere condivisibili o no, sul tuo blog hai diritto di scriverle.
    Per quanto mi riguarda, avrei una fiducia assoluta nella polizia and C. se il contesto della mia vita quotidiana (in Italia) non me la facesse a poco a poco scendere.
    Non conosco ovviamente la situazione lituana, quindi non giudico.

    Ciao!

  7. illuca ha detto:

    Beeeeeella gente…..

  8. zand ha detto:

    Chiaro che sono solo mie impressioni, eccimancherebbe altro.

    Comunque, sempre per onor di cronaca, aggiungo che è successo lo stesso anche a uno spagnolo: lui ha preso il telefonino e ha fatto finta di chiamare l’ambasciata. L’hanno lasciato andar via subito con il capo cosparso di cenere. E chissà poi perchè, se dopo tutto è una cosa proibita!

    Mah…quando si parla di allergie tutto è possibile.

  9. Luca ha detto:

    sti polizziotti lituani mi ricordano tanto i loro colleghi Russi….

  10. Baltic Man ha detto:

    No qua ti sbagli.
    Quelli russi sono ancora peggio.

  11. […] difesa? La Russa? Si??), con i suoi soldati in cittá “ma solo per un anno”. La mia avversione personale contro qualsiasi divisa mi impedisce di commentare equilibratamente la […]

Leave a Reply

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


Ricerca personalizzata