Quei giorni in Bielorussia

27 Nov

Erano giorni di fine novembre, un novembre diverso da tutti gli altri e proprio per questo doveva essere concluso in maniera degna. Eravamo io, Paolo e Borja, inutile dilungarsi in descrizioni o commenti, chi conosce me può conoscere anche loro e per chi non mi conosce resta l’arma in più dell’immaginazione.

Erano i giorni di un giro in Bielorussia, conseguenza di qualche viaggio mentale comune capace di spingerci in un posto che pare così lontano solo fino a quando non ci abiti 200 kilometri più in là: occasione ghiotta.
Ricordo l’autobus con le prime avvisaglie di cirillico, ricordo facce leggermente diverse, ricordo soprattutto la prima Dogana che abbia mai visto nella mia vita. Dogana vera, con ore di attesa (per fortuna non per noi), milioni di controlli, facce dure e cani sugli autobus. Probabilmente anche corruzione, meglio non aver la possibilità di ricordarsela, quella.
Poi Minsk, di notte, una città per noi troppo nascosta sotto un alfabeto incomprensibile, un insieme di simboli strani capaci di trasformare il mio nome in БOЗЗOЛO CAHДPO e le cose più banali in simboli da decifrare ad intuito.

Il mattino, non troppo diverso dalla notte, vittima di quella nebbia che in 6 giorni su 7 riesce a nascondere tutta la città, ci sfuggiva sempre a dire la verità, eravamo troppo latini e troppo cazzoni per riuscire a godercelo in un’ora accettabile.
Eppure i ricordi della città sono nitidi, si manifestano in ordine e modernità, eleganza e buon gusto sempre; mixati a un’architettura esageratamente sovietica e a troppe guerre che ne hanno cancellato tutte le origini primarie, riuscivano a fare di Minsk una città effettivamente unica al mondo nonostante uguale a tutte le figlie di mamma Russia, un piccolo grande gioiellino di un paese che era sostanzialmente agricolo.
I pensieri più strani, però, ce li regalava la situazione sociopolitica in cui viveva la Bielorussia all’epoca della nostra visita. In qualche modo, effettivamente, eravamo lì soprattutto per lui. Aleksandr Lukashenko, l’uomo controverso che da sempre guidava il Paese. Descritto come un dittatore, un uomo duro, un Sovietico illeso dal Muro di Berlino. Effettivamente, il ritratto corrispondeva.
La sua Bielorussia era un Paese che funzionava, un paese apparentemente senza poveri (o perlomeno senza troppi poveri), un’isola di ordine, pulizia e piena occupazione in mari che erano sporchi degli opposti problemi. Un posto dove tutti potevano vivere e mangiare ogni giorno senza problemi.
Però, c’era la gente, e nonostante l’inglese fosse alla fine ostacolato qualcuno lo parlava bene. Ricordo addirittura di qualcuno che conosceva l’italiano! Era parlando con loro, che si capiva di vivere in un mondo solo superficialmente perfetto
Libertà personali che per me erano fuori discussione lì non esistevano. I giornali erano solo filogovernativi. Le televisioni anche, e quando parlava il Presidente si viveva a reti unificate. La polizia aveva la discrezione di poter arrestare chiunque senza limiti fino a dieci giorni, poi effettivamente serviva almeno un processo e qualche prova. Buona parte degli studenti aveva salutato tutti e si era spostata in Lituania o Lettonia, per sfuggire a un clima in università insostenibile se avevi qualcosa da obiettare. La politica estera, viaggiava solo su un binario: quello verso Moska. Il resto non era considerato, tant’è che un festival cinematografico era chiamato “internazionale” solo perchè oltre ai film di casa ce n’erano un paio cubani e iraniani.
La verità sta nel mezzo, si dice…per me stava in quello che avevo visto. Cioè polizia in ogni incrocio e in ogni angolo (quella ufficiale, le altre…non lo so), pronta a “conoscerci meglio” appena provavamo a fare qualche foto a palazzi governativi. Ed ecco che la verità, di colpo, si sposta leggermente dal centro…
Gli altri ricordi parlano di Grodno, la terza città del Paese, che il desiderio di Bielorussia Vera e Periferica ha portato sotto i miei occhi. Elegante, più antica, più marginale, meno controllata dalla polizia, più alcolica nelle persone per la strada. Un posto da vedere, prima ancora che Minsk.
I miei ricordi finiscono qua…per il resto mi guardo le foto, di quei giorni in Belarus.

Dieci minuti di “conversation” con la polizia per questa foto…

Chiesa ortodossa, Grodno

8 Responses

  1. Cournot ha detto:

    Bentornato!!
    Questo post lo hai preparato davvero bene, mi piace l’uso dell’ imperfetto e il taglio un po’ diario, un po’ reportage.
    Mentre eri via la lunga mano di Mosca ha colpito a Londra ed è morta una ex-spia russa che faceva indagini anti-putin, proprio mentre tu eri nella tana del nemico.
    La chiesa ortodossa è proprio bella e li valeva dieci minuti di conversazione.
    Ciao!

  2. zand ha detto:

    Eh Fabio…! Ti impedisco l’accesso ai commenti se mi parli così! Sento il tuo fiato sul collo…!
    Ovviamente scherzo e lo sai bene. Però i tuoi commenti sono autorevoli e mi spavento assai quando leggo “cournot”. in conclusione, grazie.

    L’ho letta su internet la faccenda della spia russa…comunque era successo martedi mi sembra, perchè lo sapevo già prima di partire…
    ciau caro!!

  3. paolo ha detto:

    dai non essere così severo con lukashenko… alla fine in ucraina non è che vivano meglio, poi non ti ricordi dei vari bar sintonizzati su euronews? del fatto che quasi tutti quelli (anzi quelle) che abbiamo conosciuto hanno internet? di informazioni ne hanno… e come dice borja : “cuando hay troppi cabrones in un paese hay que pegarli”, per la democrazia ci sarà tempo quando le cose andranno meglio. Farò un post pro-Luka per riequilibrare. Ah, grazie per aver pensato al poster! io non l’ho trovato…

  4. zand ha detto:

    Ah!!! Potrebbe durare all’infinito il dibattito…non hai tutti i torti, la situazione è anche come dici tu. Solo che a pelle non sono pro-dittatore e lo sai…anche se a volte “pegar una paliza” è il modo migliore per far si che tutto vada a posto! Comunque dittatore è una parola troppo grossa per Luk, è vero.
    E in Bielorussia tutto è a posto, pulito, perfetto, sicuro. E su questo non si discute.

    Aspetto il post pro Luka curioso…per adesso me lo trovo davanti al muso tutte le mattine, finirà che mi pettinerò come lui…!
    Hasta pronto.

  5. Cournot ha detto:

    Ti prego no!!
    Tutto ma non pettinarti come lukashenko!

  6. bunja ha detto:

    Ma la gente in generale com’è? Parla o non parla? Subisce o gradisce? E’ 12 anni che è così la situazione, qualcosa di strano deve esserci… o no?

  7. rix ha detto:

    Belaurss.

  8. zand ha detto:

    Eh eh bella…! Belaurss…!
    La gente com’è? Quando parla capisci tutto il resto. Ma il fatto che tende a farsi i cazzi suoi lo spiega già da solo….

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