Archive for dicembre, 2006

L’eterna lotta tra il bene e il male


10 Dic

E’ un filmato dell’Ufficio Turistico Lituano, per permettere a tante persone che non sanno di preciso se Lietuva sia un Paese o una marca di biscotti di conoscere alcune delle meraviglie di questo piccolo Stato lontano. Logico che sia riportato il meglio, lo scopo è quello promozionale e balle non se ne raccontano di sicuro. Si capisce anche dal filmato, è facile innamorarsi di questo Paese che tra le caratteristiche principali ha ancora quella dell’autenticità, soprattutto è impossibile non innamorarsene guardandolo con l’occhio del turista, o dell’avventore di passaggio.

Vivendoci, però, saltano fuori anche le cose più bizzarre; ogni posto del globo terraqueo può vantarne qualcuna e anche la Lituania non è da meno.

Non più tardi di 24 ore fa mi è capitato di assistere all’ultimo show di uno degli sport più appassionanti da queste parti: la lotta libera. Meglio se di massa.
Si pratica pressochè ovunque, senza discriminare un autobus piuttosto che una discoteca, una strada pubblica o un qualsiasi bar. Ieri sera è toccata al Kebab. La cosa più curiosa, però, è che si pratica pressochè da tutti, basta aspettare una qualsiasi banale scintilla e in un attimo la totalità dei presenti (di sesso maschile, questo sport è assolutamente discriminante) raggiunge lo scopo per cui è uscita di casa questa sera. Tutto si consuma alla veloce ma non troppo, sempre, lasciando il tempo ai presenti di godersi lo spettacolo e di ripensare ai film che lo facevano impazzire da ragazzino.

Anche questa è Lituania. C’è da dire, veramente, che è difficile annoiarsi.

Il lato B


09 Dic

Sarà che sono già passati tre mesi di Lituania, saranno le migliaia di domande che ricevo al riguardo, sarà semplicemente che questo è periodo di esami, ma effettivamente è giunto il momento di affrontare il discorso e parlarne: la scuola.
L’università lituana non è poi così diversa da quella genovese o italiana in generale, anche se esiste qualche sensibile differenza che salta all’occhio subito.
In primis, gli uffici funzionano, quando si ha bisogno di qualcosa lo si può ottenere tutti i giorni e senza troppi sbattimenti, una peculiarità che ai miei colleghi non pare poi così eccezionale ma che a me fa ripensare alla procedura per l’Erasmus che si era abbattuta su di me a Genova. Meglio passare oltre.

L’università intera è bilingue, e il fatto è che l’inglese te lo insegnano veramente. Probabilmente questa è una conseguenza dovuta alla struttura propria delle lezioni: le classi sono tutte, e sempre, da 15 o 20 persone al massimo, con un professore che può avere la possibilità di conoscere personalmente ognuno, senza trovarsi di fronte a una massa di 150 studenti come purtroppo avviene in Italia. Inoltre, il professore dell’università lituana di mestiere fa, incredibile ma vero, il professore, e non l’avvocato (ma puoi sostituire con chirurgo – politico – giudice – caporedattore – tuttologo), caratteristica questa che gli permette di esercitare a tempo pieno quello che la sua professione gli richiede (e cioè, essere al servizio dell’istruzione degli studenti) senza approcciarsi come l’ultimo Dio-sceso-in-terra.

Ovviamente c’è qualche migliorìa possibile di cui proprio la nostra carissima (e non nel senso degli affetti) università italiana potrebbe essere un buon esempio, come nella modalità di esame (qua l’orale quasi non esiste). Oppure nel caso del calendario degli appelli, piuttosto rigido in Lituania, e che crea qualche problema quando non si supera un esame.

E’ finito ieri il primo semestre, adesso per due settimane saranno giorni di esami, domeniche comprese (!). Inizierò a prepararmi adeguatamente da questa sera, andando a visitare il dormitorio di un’altra università di Kaunas.

La classe di Lituano sopra, quella di Inglese sotto.

Sant’Erasmus


07 Dic

Vent’anni, mica pochi. Vent’anni che una delle poche, effettive realtà concrete figlie di Mamma Europa porta in giro gente, crea letteralmente mentalità nuove, mescola persone che non sono poi così diverse tra loro ma che difficilmente potrebbero confrontarsi, altrimenti. Auguri, Erasmus.
Un milione e mezzo di persone ha provato cosa vuol dire, un milione e mezzo di miscugli fatali di divertimentiesperienzestudio- lingueemozioniamoriavventureamicizieeccetera che poi chiedono inevitabilmente il conto alla fine, quando è ora di tornare. Contribuendo così a rimpinguare il folto esercito di chi preferisce continuare così, approfittare della scusa chiamata Erasmus per stravolgere una vita che non è più paragonabile a quella di prima.

Ho passato più di qualche minuto oggi, sul forum creato per l’occasione. Ho scritto qualcosa anche io, ho ricevuto addirittura una mail da un rappresentante della Commissione Europea, sono tornato sul forum. Impressionante leggere certe cose…il filo conduttore è sempre lo stesso: fatelo sto belin di Erasmus, che dovrebbe essere obbligatorio (€ ad€guatam€nt€ $o$t€nuto). Perchè, come dice tal Federico, “parti bambino, vivi il succo della vita, torni completo“.

Se torni, aggiungo io.

Sul cibo e similari


06 Dic

Ricevo gran quantità di mail dall’italica terra, e molto sovente si affronta un argomento a noi particolarmente caro: il cibo.
Com’è? Si mangia bene? Mangi in casa o chissàdove? Fai la fame o sei ormai un gordo? Tutte domande a cui non ho voglia di rispondere singolarmente, scrivo su un blog e tanto vale “sfamare” tutti qua.

L’argomento culinario, in Lituania, è particolare. Si vive con una cucina particolarmente vicina a quella tedesca, fatta di olio, fritto e contorni anti-mediterranei, un mix che può risultare vagamente esplosivo. Spieghiamo meglio, e andiamo con le descrizioni.

  • I kepta duona, che si possono ammirare nella foto in alto, non sono altro che uno stuzzichino da birra, e consistono in pane fritto arricchito da aglio e formaggio fuso. Non male.
  • Gli antipasti, questi sconosciuti. Me li ricordo vagamente, e parlano solo italiano.
  • I primi piatti, specialità tipicamente nostrana, fuggono da me tanto quanto io fuggo da loro. Non trovo il senso di fare tutti questi kilometri per assaggiare Lasagne alla Bolognese o similari, e allora mi tuffo sui Koldunai (che sono una specialità armena e non lituana) o resto a bocca asciutta.
  • I secondi, quelli valgono il prezzo del biglietto. Che sia carne, pollo o maiale, la carne è sempre degna del nome che porta, sempre filetto e mai scarti, sempre accompagnata da contorni particolarmente ricchi. Non so quanti animali ho già mangiato in Lituania, sicuro che erano tutti della migliore razza.
  • I dolci, alla fine, diciamolo, non sono altro che una copia benriuscita di altre cucine, come quellaaustriaca. In ogni caso, si lasciano mangiare, soprattutto di mattina, soprattutto se sono quotati una litas (30equalche centesimo).
  • Il caffè buono è solo quello italiano, d’accordo. La Lithuania non fa altro che equipararsi al mondo, copiando improbabili caffè americani o creazioni che di “espresso” hanno solo il nome. Logico.

Poi c’è la pizza, sempre accompagnata da salse assurde ma ormai quotidiane. O i Cepelinai, piatto nazionale, che non sono altro che carne di maiale modello-salsiccia ricoperta da un denso strato di pasta di patata. O, ancora, le zuppe, rischiose ma sperimentabili, sempre quotate intorno all’euro a piatto.

In ogni caso, in ogni pressochè quotidiana uscita al ristorante, da padrone la fa la birra, quella sì tipicamente casalinga, che unita al buon prezzo di ogni piatto rende tutto più buono. Praticamente, da Guida Michelin.

Skanaus!

Zuppa contenuta nel pane nero in primo piano, Cepelinai in secondo, birra sempre: la dieta del campione.

P.S.: Ho aggiornato le sezioni video e foto. Andarci non è difficile: basta cliccare qua, a destra: E commentate pure!

Telling about ourselves


05 Dic

This is a present for international people in my blog: a collection again “typical italian people”:

direttamente da Karimblog.

In un ambiente “europeo” tutto risalta sempre di più, e ogni piccolo difetto individuale diventa una colpa nazionale. Giusto allora riderci un po’ su…anche se i reali problemi della Madrepatria sono comunque altri e ben più gravi. Roba d’annata, più di dieci anni fa, ma le Sabbiature sono sempre attuali…

E poi mi viene da ridere. Perchè penso al weekend a Vilnius, alla particolare classe con cui l’affarone tricolore si distingue in tutto il mondo. Anche quando proprio non si intravedono possibilità di successo, anche quando sembra osare troppo, anche quando il livello di soglia dell’assurdo pare già oltrepassato da un pezzo. Come in una discoteca di Vilnius, in una serata di festaciboalcol totalmente pagata dai denari Erasmus e a ingresso strettamente riservato e proibito. Ma dove se hai la faccia da culo e sei chiaramente piemontese e altrettante chiaramente abusivo ma ti spacci per una ragazza siciliana nessuno ti potrà fermare…!
E ačiū labai ad Asta!

La classe non è acqua


04 Dic

C’è poco da fare. Una notte in aeroporto, una giornata intera tra cielo e terra, quattro voli e un paio di centinaia di euro da una parte. Tre soli giorni nel mio mondo lituano dall’altra. Il novanta per cento delle persone ragionevoli, avrebbe abbandonato l’idea sul nascere, solo un sogno da lasciare costantemente nel solito limbo delle cosedafare.

Visto che però tra i miei amici di persone ragionevoli ce n’è (fortunatamente o no?) poche, Paux non è stato a pensarci più di tanto ed è apparso veramente nella tiepida pianura baltica.

Ci sarebbe qualche base solida su cui riflettere in questi casi, e riguardano tutte la qualità delle persone che mi circonda quando sono nell’inospitale landa del nordovest italiano, perchè non è solo una mia riflessione personale ma è condivisa anche da tutta la schiera di matti di queste parti. Gente di ogni nazionalità, mentalità e categoria umana che si unisce al filo conduttore della sorpresa per i continui spostamenti sull’asse To-Ge-Kaunas.

Che dire di più? Niente. Perchè tanto qualsiasi cosa finirebbe in quel pantano nauseabondo fatto di dolciastro e patetico che si cerca sempre di saltare a piè pari. Paux non è stato che l’ultimo in ordine cronologico, e chi ha amici così potrà capire, chi invece non li ha farà bene a tenerseli stretti appena ne incontrerà, ne vale la pena. Io, come al solito, immagazzino e attendo, ancora una volta; non la prima, nemmeno l’ultima.

Arrivi pesanti


01 Dic


Sarà un weekend difficile, a Vilnius.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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