Archive for giugno, 2007

Time to say goodbye…


28 Giu

ix.jpg

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Quando sei lontana
sogno all’orizzonte
e mancan le parole,
e io si lo so
che sei con me, con me,
tu mia luna tu sei qui con me,
mio sole tu sei qui con me,
con me, con me, con me”

A tutti quelli che ci sono entrati dentro, ci sono esplosi e in qualche modo non ne riusciranno più. A quelli che sono passati di corsa, troppi per averli conosciuti bene tutti, e hanno lasciato la loro traccia.

Tempi intensi tempi strepitosi tempi pieni tempi vuoti tempi importati tempi che hanno regalato, davvero.

Iki ir ačiū Lietuva, susitinkame kitą kartą.

Numeri


28 Giu

dj.jpg

9 Paesi visitati

2 lingue imparate

– “Rock this party” in 32 discoteche diverse – da Cracovia a Ulaan Baatar.

4000? 5000 kilometri?

51 nuovi contatti Skype

4 coinquilini nel corso dei mesi

1,5/2 litri di Svyturys (in media) al giorno

9 esami superati, alla VDU

4 o 5 amici che rimarranno

40 o 50 persone di passaggio che rimarranno nella mente

20 giga di foto.

Elementi non filtrati


27 Giu

noi.JPG

Come in tempi di guerra, solo i migliori sono rimasti. Che poi, sotto la luce di un’altra ottica, risultano essere esattamente i peggiori

E’ cosi che, in una Kaunas sempre più vuota (gli studenti lituani sono scappati tutti, quelli stranieri ormai anche) rimane il tempo delle conclusioni con i compagni di viaggio migliori, quelli rimasti (tranne uno).

Giovanni. Prototipo dell’emiliano cazzaro, ha incrociato la mia strada piuttosto tardi ma imboccando un vicolo senza fine che si è concluso in un mese di pericolosissima convivenza. Componente irrinunciabile di una festa.

Arno. Impossibile tracciare un profilo di Arno, francese del sud di passaporto ma nomade di fatto. Impossibile stare con lui un giorno senza annoiarsi, nonostante sia necessario essere pronti alle cose più assurde (Do you know? I decided. Next year I’ll study in Uganda.” “Do you know? I found my love. I’ll marry this girl.” “I wash dishes without water if not white bear will die.”). Premio oscar dell’open-mind e dell’assurdo, è stato il compagno perfetto di tutti i miei viaggi, soprattutto del più lungo, quello che mi ha fatto capire che sicuramente prima o poi ci sarà un seguito.

Paolo. Un fenomeno interessante di come un Erasmus cambi le persone. Una di quelle persone che in Italia difficilmente avrei conosciuto, troppe differenze tra di noi per avvicinarsi. E invece. E invece il corso dei giorni insieme in giro per l’est Europa mi ha fatto conoscere una delle persone più intelligenti che abbia mai incontrato, mentre quello delle notti ci ha portato a raggiungere insieme le stesse conclusioni, su proiezioni spaziotemporali future che saranno sicuramente in direzione-oriente…

Grazie. Non penserò mai, davvero, che tutte le notti e i giorni buttati tra Svyturys e assurdità non abbiano avuto un qualche senso. Mai.

Ultime immersioni di follia


26 Giu

immagine-087.jpg

Batterista metronomo, elegante bassista nera, coriste impressionanti, pianista extraterrestre, mitico organo Hammond, chitarra alla Steve Vai, e poi lui: Joe Cocker. Il concerto di venerdì alla Utenos Arena di Vilnius è probabilmente stato il più impressionante che abbia mai visto in mia vita, almeno sul livello puramente tecnico. Chain of Fool travolgeva. Unchain my heart in versione veloce sorprendeva. You are so beautiful commuoveva. Un mito della musica.

La notte e la musica non morivano lì. In perfetto stile botellones españoles, Vilnius ha regalato 40 manifestazioni artistiche disperse tra i suoi angoli più disparati. Tra spettacoli laser e concerti all’aperto, capitava di ritrovarsi alle 8 del mattino a continuare a ballare in strada mentre la gente iniziava a lavorare.

Odio le macchine a cambio automatico.

Il filo che regge la Lituania lega Vilnius a Klaipeda. Normale quindi ritrovarsi con il tutto ancora in corpo in riva al mare, dopo poche ore. Cullati ancora una volta fino all’inverosimile tra l’ospitalità che si nasconde sotto la dura patina lituana e i viaggi mentali tra amici. Tra discoteche assurde e luoghi sacri pagani.

Nida è il gioiello di questo paese. Inevitabile ritornarci ancora una volta. Insensato mix di luoghi fuoriluogo, calma e tranquillità, e famiglie di cinghiali che attraversano la strada vicino a te. Nida può portarti in paradiso nelle sue 3 ore di tramonto e rispedirti nell’inferno di notte. Inferno che si materializza sottoforma di improbabili accademie di arte, professori di alcolismo e locali che si aprono per te. Per poi ritrovarsi a mangiare le ultime briciole della notte in uno yacht.
Trasportati dal vento di Nida.

Riporto la perla del weekend di Paolo: “Che senso ha l’Italia?”

Non voglio tornare. Non riesco nemmeno bene a capire se si tratta di “tornare” o “partire“.

Il giorno dello Zenith


22 Giu

alba.jpg

Il giorno più lungo dell’anno.

Mezzanotte non completamente scura e giorno che nasce dalle finestre dei locali. Tra le 3 e le 4: Mi si toglie la possibilità di vivere la notte, il momento più bello.

In Lituania si festeggia, non si lavora, celebrazioni di qua e di là. Figlie di quei tempi pagani che sono radicati nella storia di questo Paese.

Perchè…


18 Giu

…se cerco “Bad People” su Google immagini mi salta fuori il Papa?

bad-people.bmp

Saturday night in Alytus


17 Giu

alytus.jpg

Tempi di sensazioni forti, le ultime.

Logico quindi che si decida di chiamare amici lituani ed andare ad Alytus, 60 km più in lá di Kaunas tra pini e nulla, per la due giorni di festa del paese. Meno logico ritrovarsi poi alla mattina a Vilnius, e tornare a Kaunas alle 10, ma quella è un’altra storia.

Il primo passo che deve compiere l’avventuroso esploratore delle terre di Alytus è, ovviamente, trovare compari adatti. Che, nel caso, “adatto” significa il più grosso possibile: le cittadine minori della Lituania sono rinomate per la loro dedizione agli sport fisici, senza esclusione di colpa, e “lo straniero” viene visto come un interessante preda per tenersi in forma. Peccato non avere una foto del “compare adatto” che è saltato fuori tra amici di amici, semplicemente indescrivibile, dotato anche di simpatici armi di difesa personale sotto il sedile della macchina non propriamente legali.

Effettivamente l’atmosfera di Alytus si è rivelata di Real Lithuania. Band e DJ si alternavano sul palco proponendo le 10 canzoni che hanno caratterizzato il mio anno qua. Risse che scoppiavano in mezzo alla folla di famiglie e bambini. Ragazze di ogni età totalmente lontane dall’uso della lingua inglese (caratteristica rara, da queste parti). E, di conseguenza, Baltic Man che si calava in notevoli discussioni in lituano di cui riusciva a comprendere solo un 20 %…

Il vero centro dell’underground lituano. Quello che il turista di Vilnius non potrà mai vedere.

L’Akropolis di Kaunas


16 Giu

Sono arrivato a settembre che era solo un buco.

Ci hanno lavorato giorni notti sabati e domeniche. 

Lo hanno inaugurato a Pasqua, evento dell’anno.

E’ piu grosso di quello di Vilnius, e anche di quello di Klaipeda. In una battaglia tutta virile dell'”io ce l’ho piu grossoKaunas ha vinto.

Oggi, sabato pomeriggio, nel guardare dal balcone una Lasvès Aleja deserta, per avere contatti umani ho dovuto andarci anche io. Ed effettivamente è bello grande, una vera e propria Acropoli. Con miliardi di negozi negozietti ipermercati e multisala, c’è anche una pista di pattinaggio.

Come si faceva una volta senza l’Akropolis?

Borja da Valencia


14 Giu

 party-028.jpg dscn0768.JPG belarus-010.jpg 

E se ne e’ andato anche lui.

Borja l’avevo trovato subito, nella prima festa della prima notte quando ancora tutto quello che conoscevo qua si chiamava “dormitorio”. E da subito e’ stata sintonia, e non solo perche’ eravamo praticamente gli unici due a ignorare l’inglese.

Sono passati i giorni, le settimane, i mesi, tanti, tantissimi viaggi tutti uno diverso dall’altro, e’ stato lo sconosciuto andare verso Klaipeda da Karim ed e’ stata la romanzesca immersione in Bielorussia, e’ stato il ritrovarsi invernale a Cracovia ed e’ stato il delirio di Kiev. O quello di Riga.

Non e’ stata Asia. Un qualcosa che ancora mi sfugge l’ha fermato nel sospiro prima della partenza, con i biglietti in mano e la voglia altissima.

Sono state tantissime discussioni, tantissime cose che ho imparato su cose politiche prima d’ora a me lontane, che il Borja mi insegnava mentre mi insegnava lo spagnolo, di cui Borja vive e probabilmente vivra’. Discussioni davanti a milioni di birre diverse, o seduti su autobus di epoche migliori o in bettolaccie di periferia sotto la neve di Varsavia, il copione non cambiava e rappresenta adesso una delle cose piu belle da portarsi dietro nella valigia. Tutte cose non da poco.

Un qualcosa che e’ diventato veramente forte, condiviso con pochi altri qua a Kaunas, qualcosa che adesso viene a mancare e lascia quella sensazione di vuoto perche’ racchiude cose finite.

Ma che non lascia tracce d’amaro, aver incontrato Borja ha solamente regalato a me e a tutti un qualcosa di importante, qualcosa che si cerchera’ di avere sicuramente in futuro.

Tenimos que encontrarnos un milion de vezes encora, cabron. Y asi’ sera’.

Jump


13 Giu

    paracute-3.JPG

Lunghe ore sotto il sole ad ascoltare un pazzo ex – aviatore sovietico, in abbigliamento d’ordinanza dotato di canottiera e inevitabile baffo, che si presenta alla lezione con la “resaca” alcolica della sera prima. Non proprio il massimo se si pensa che sarebbe l’uomo incaricato di spiegarti come sopravvivere.

Poi, finalmente, l’ora del decollo. Su una Vespa volante regina dei cieli di qualche decennio fa, su e su e su fino al kilometro. Con il rumore assordante dei motori che coprono occhi che si chiudono e magone.

Quello che viene dopo e’ confuso, e’ materiale cerebrale non decifrabile. E’ la porta che si apre, l’istruttore che ti spinge, la materia che scompare sotto il suolo e lascia spazio all’aria. Pochi secondi lunghi come minuti.

Poi, una mano che ti prende dall’alto, che stoppa il volo verso il suolo, che porta in una dimensione di assoluto silenzio e di tranquillita’ e di sensazioni strane e fortissime di cui ci si ricorda solo i puntini nel verde in basso, uccelli che passano vicini e lo specchio del Baltico al tramonto un paio di kilometri piu in la’.

Che storia.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


Ricerca personalizzata