Sui frequentatori di un ristorantino in località balneare

21 Lug

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Ora, si da il caso che il destino abbia voluto che per la seconda estate consecutiva il Baltic Man si trovi costretto in quel di Finale Ligure a dedicare parecchie serate a quella cosa chiamata “lavoro” che ogni tanto, ebbene sì, si rivela necessaria.

L’interesse collettivo derivante da una simile fatalità non è però trascurabile: il Nostro, infatti, si ritrova ad essere tra i tavoli di un ristorante, tra soggetti particolarmente interessanti, non fosse altro perchè continuano a scegliere per i sollazzi estivi le mete “cult” degli anni ’70, mare bellissimo e sole incantevole, livello di apertura mentale ferma però agli anni ’70 appunto.

Whatever. Deve nascere qui un’encicolpedia dei soggetti interessanti che animano le serate del Baltic Waitress e del suo simpatico trentenne datore di lavoro, che chiameremo Il Cuoco.. Col presupposto imprescindibile che spiegare a parole certe cose è impresa impossibile.

C’è la famigliola ingioiellata milanese. Elegante, raffinata, la madre sceglie per tutti il menù, l’enigma del vino lo risolve il padre, e sia chiaro che i figli non discutono. Peccato che i figli abbiano già 30 anni, e le cozze alla Marinara le odino da tempi immemori.

Ci sono i “tipi da giornata al mare“. L’ultima volta che ci sono stati, quando costruivano quei palazzoni là dietro, tutto costava di meno, c’erano le lire o i Fiorini. Si trovano così spiazzati, “magari ci porta un fritto di totani e un piattino, e due bicchieri di acqua del rubinetto”.

Gli Illuminati Enologi. Grandiosi. Che mi assaggiano e mi criticano il Greco di Tufo in impeccabile stile. Ma alla fine alla terza bottiglia lo approvano. Dopotutto è il miglior vino ligure, siamo a mangiare in Liguria e ci sta. Con grasse risate del Nostro e del Cuoco (il Greco di Tufo è un vino campano o giù di lì, non sicuramente ligure).

Ci sono poi, chiaro, i Piemontesi. “Ah così lei è di Ceva! Pensi che nostra figlia lavora in ospedale a Savigliano! Magari la conosce!”. Claro.

Le migliori, però, sono le Temibili Famiglie Con i Bambini. “Buonasera siamo in quattro, vorremmo stare fuori”, azzarda il marito. “Ma Gianmaria, fuori ci sono le macchine, no no no no”. “Ah, allora dentro, avete l’aria condizionata vero?”. “Ma Gianmaria, te lo devo sempre ripetere? Lo sai che poi domani Matteo e Alice hanno la tosse”. “Allora lì vicino all’acquario, guarda che bello Matteo, ci sono i pesciolini li hai visti che belli i pesciolini?” ……………..”Mi scusi, mio figlio, lo sa come i sono i bambini, magari mi dice quanto le devo per l’acquario?”

 …e non è finita qui…

5 Responses

  1. Henry ha detto:

    C’è di che stare allegri!
    Aspetto con ansia il resto del racconto, mi hanno fatto ridere tutti e 5! 😀

  2. Baltic Man ha detto:

    Arriverà, non preoccuparti…è roba quotidiana!

  3. Anonimo ha detto:

    belli i raccontini!!hahahah
    azz come mai non vi ho mai conosciuti qnd stavate a ceva??mi facevo1po di sghignazzate!!hahah non ke non me ne sia fatte…l’alcool rende disinibiti e di+disinibiti ke al bar punto non ce n’erano!eheheh;P

  4. Anonimo ha detto:

    x altro sono la stessa anonima ke ha scritto2volte di la…tanto x dire…bhe se leggete aninimo o sono io,o qualcun altro ke non ha voglia di registrarsi!ma probabilmente sarò io!eheh

  5. Baltic Man ha detto:

    …tranquilla, ci sono abituato agli anonimi. Che poi non è difficile: basta scrivere un qualsiasi nome, che ne so “Gianpiero”, “Giorgio”, “Achille”….pensa che non ti si chiede nemmeno la mail! Per il rispetto ai dati personali, legge 675/1996….

    E pensa anche un po’ che io abito 350 metri dal Bar Punto.

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Diary of a Baltic Man

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