Destinazione Marsiglia

19 Ago

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Di colpo, senza preavviso. Una macchina italospagnola arrivava da Padova e andava a Marsiglia, logico saltarci su.

Ed è così che i giorni di ferragosto hanno riunito stretto il loro nodo su strade perse in altre direzioni, nel baricentro perfetto di una villa con piscina nella Francia del Sud, Cote d’Azur per i palati chic.

Bello ritrovare reduci della Guerra di Lituania poco più di un mese dalla sua conclusione. Bello, molto bello farlo d’improvviso, con un’ipotesi che diventa priorità assoluta e si concretizza.

E poi, poi è logico che finisca così, tra damigiane di Martini e grigliate, stronzate poliglotte e gatti tuffatori.

Marsiglia, invece, è una città sporca. Posti dove la quantità d’immigrati non è concepibile nemmeno dall’acida telefonatrice da Bergamo che troppo frequentemente incontro sulle frequenze di RadioPadania durante annoiati zapping radiofonici.  Il duro onere che fa da contraltare agli onori del porto più grande del Mediterraneo. Si dice che sia un po’ Napoli e un po’ Genova: probabilmente è solo Marsiglia.

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Diary of a Baltic Man

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