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Doppia striscia d’acciaio lontana e infinita che parti da laggiù dove arrivò Marco Polo. Giorni stanchi nel Serpente d’Acciaio, giorni sospesi su materiale semovente. Compagno di viaggio no anzi del Viaggio, sconvolgente specchio di tutto quel Mito&Betulle che scorre lì, fuori dal finestrino. Che però un minuto prima non risultava.
Un altro giro di giostra era là , là su quei sedili impregnati di vita del Treno Più Lungo Che C’è, là dove è nato e dove è destinato a riportare. Un Peones da Madrid ha appena finito di leggerlo:
“sono stato visto mangiare con le mani seduto per terra, sono stato tentato
di buttare via tutte le pentole e andare alla ricerca di pentole in ferro,
ho passato alcune ore seduto davanti ad una candela accesa, ho fatto incetta
di incenso e tè, ho guardato biglietti aerei verso varie destinazioni in
Asia… insomma mi ha destabilizzato completamente.”
Prometto che ora mi leggo qualche libro di Terzani anch’io senno è come se mi parlassi arabo.
Ti vedo attivo, però!