motoperpetuo

21 Nov

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Dice che la Lituania è un Paese grigio. Le città e le periferie si nascondono sotto opacità crude, inutile e disordine annegano nell’erba alta sotto fotografie di palazzi anonimi infiniti. Parla di gente strana, di facce fredde come quegli occhi chiari che le segnano. Di problemi, tanti problemi, qui la gente non è contenta se non beve e chi è fortunato va in Irlanda. Perfino mangiare non si può, in Lituania, e le cameriere non parlano italiano o spagnolo e non si capisce mai niente.

E’ vero. E’ tutto vero.

E proprio perchè è vero la vita sul Baltico assume i contorni di un’avventura interessante, quotidianità epiche che scorrono su ritmi anarchici. Lentamente si iniziano così ad imparare e riconoscere le differenti tonalità di tutto quel grigio, sorprendendosi ancora una volta quando attraverso il finestrino di un autobus stanco si trasformano sequenzialmente in bianco o verde ad oltranza infinita; con il tempo ci si rende conto di apprezzare sempre di più esperimenti culinari allucinanti a qualsiasi ora dell’orologio, bestemmiando sempre più sottovoce contro chi profana una delle ultime sacralità a cui il popolo italiano s’inchina, la cena. Una lingua strana assalirà le anticamere del cervello, una lingua antica e dai meccanismi inestricabili che “uno straniero non potrà comunque mai parlare perfettamente“. E se è vero che non si impara una lingua senza assimilarne la sotterranea cultura, di colpo quell’infernale paradiso prenderà inesorabilmente sempre più la forma di una Casa.

Chi irrazionalmente segue da tempo questa paranoia mentale online potrà giustamente pensare di trovarsi di fronte ad un irreversibile caso di esagerata monotematicità, percorsi strani dove il filo conduttore si ammassa sempre lassù, a nord-est. Ed è probabilmente così, e nonostante il tempo stia cambiando ed il Vento Nuovo del Sudamerica abbia ormai portato fin qua il suo travolgente ciclone, quel trascurabile feudo sul Baltico ha davvero agito profondamente sull’inconscio.

Sono parte invisibile e perpetua di me quei risvegli allucinati in sconosciuti palazzoni persi tra vodka e anatemi, sulla mia pelle c’è il sudore di migliaia di passi e sulle mie labbra il sapore di troppi frammenti di vita consumati. La Lituania mia ha regalato compagni di viaggio eterni e stelle comete lontane.

Adesso è tempo di seguirle, da solo, lasciandomi le spalle la luce a Nord Est.

5 Responses

  1. Henry ha detto:

    Dolce malinconia in questo bel post.
    Dolce malinconia: da un lato la felicità per le cose vissute più l’aspettativa per il Sud America e dall’altro il capitolo Lituania che va in stand-by…
    …io, nel mezzo, non riesco a scegliere se gioire o lasciar che un nodo si stringa in gola.
    Mi hai lasciato con sentimenti irrisolti.

  2. Baltic Man ha detto:

    Siamo in terre sospese

  3. Anonimo ha detto:

    it’s heavy…this text.. it doesn’t make feel relaxed people from this grey Land..

  4. cebeux ha detto:

    ti rispondo qua, spero che lo leggi!domani sera gigi 100%, siamo in piena sintonia, volevo proprio andare lì! c sentiamo domani

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Diary of a Baltic Man

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