Dietro la tazzina

19 Mar

Si dice che la Colombia sia il principale produttore mondiale di caffè, con il Brasile. La realtà della strada, però ha le sue sfumature, e a volte capita di rimpiangere le due dita di oro nero a euro 1 italiani. Effettivamente anchè il caffè è un’arte, o quantomeno un nobile atto, e gli italiani ne sono maestri.

Manizales, con i suoi dintorni irreali di colline d’argille e alberi quasi finti è conosciuta per le eccellenti piantagioni del Sacro Chicco. Sotto un tetto continuo di canna di bambù – la versione madre di quella che si conosce lì, qua si chiama “guaguà” e raggiunge i 14 metri – un reticolato verdeinfinito e pallini rossi sono le mappe geografiche di tanti piccoli mondi.

Ogni “finca” è infatti un microcosmo autosufficiente, dove i ragazzi della provincia arrivano per lavorare e si lì sposeranno per vivere la loro vita al profumo di caffè. I loro figli impareranno presto i segreti degli 8 mesi di vita del chicco, e una cooperazione tra contadini e il patròn della finca permetterà la costruzione, anno per anno, di un’aula in più nella scuola.

I benefici della tazzina quotata un euro rimarranno comunque lontani dalle fincas: dal 1988, anno del crack tra i paesi cafeteri, gli accordi non sono più stati rinnovati e i prezzi per i produttori primi sono rimasti gli stessi di 20 anni fa, fermi ai 2 $ al kg quando le vacche sono grasse.

L’esplosione del valore avviene con il passaggio alla torrefazione, e l’insostenibile prezzo fissato dalla Federazione Cafetera Colombiana per ottenere la licenza (350-400.000 €) lascia campo libero in questa fase alle multinazionali. In più, sempre più spesso appaiono malattie e strani insetti “inviati dai brasiliani spaventati di perdere la loro leadership, 15 anni fa”, come spiega Patròn Jorge.

Non si dispera il contadino-guida Sergio: “quando de cada en cuanto la televisione annuncia nuovi problemi per il mio paese, salgo sulla collina più alta della finca e davanti a questo spettacolo mi sento la persona più fortunata del mondo”.

2 Responses

  1. ella ha detto:

    beh, benvenuto nell’eje caffetero:D

    (a proposito… si chiama GUÀDUA, non guagua..)
    a domani, si dios mediante 😀

    besos

  2. baltic man ha detto:

    Argh! Guadua.
    A domani! Sul presto, piu che puoi, la valle di cocora nos espera.

Leave a Reply

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


Ricerca personalizzata