La puerta de oro 2008

21 Mag

La “puerta de oro de Colombia” è oggi una lunga striscia di cemento in decadenza incapace di resistere ai graffi dell’oceano. Lì dove si aprivano le porte di lontane americhe ai sognatori e ai disperati di transatlantici provenienti da mezz’Europa, vecchi cani e semplici capanne di legno al tetto di palma si dividono i resti di un mondo che si è spostato verso l’altrove.

Nell’immagine di queste acque sporcate dal Magdalena che muore lì vicino, s’intravede davvero lo specchio d’oro che il sole lascia sull’acqua laggiù dove la Colombia finisce, una striscia lucente a indicare lo splendore locale che qualcuno conobbe, quando l’uomo ancora non sapeva volare. Dispersi e incollati dal sale, lungo le poche centinaia di metri del Muelle di Porto Colombia, sopravvivono le incertezze i timori le speranze dei figli di centomila terre diverse che negli anni arrivarono nel capo nord del mondo a sud, tedeschi francesi italiani russi slavi arabi e cinesi che velocemente fusero in un unico calderone tutti i loro mondi diversi per crearne un ennesimo, in comunione con la pasiòn criolla autoctona.

Il muelle centovent’anni dopo è un vecchio decrepito che si lascia umiliare dalle onde e dal sale. Le discendenze degli avventori di un tempo di tanto in quanto tornano a trovarlo la domenica. Tuffandosi nell’immortale poesia di un angolo di eternità ripercorrono ancora una volta quei mille passi in mezzo al mare, e spesso sognano le stesse utopie che i loro nonni abbandonarono sull’altra riva.

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2 Responses

  1. Andrea Russo ha detto:

    E’ il prezzo del progresso: Talvolta è evitabile, talvolta ritengo che sia necessario

  2. Andrea Russo ha detto:

    Qui vicino Pescara, a Ortona, l’Eni vuole costruire una raffineria. Coloro che sono contro denunciano forti squilibri ambientali nel caso essa venga realizzata. Intanto, tra sedute del consiglio regionale infuocate, maggioranza spaccata sul tema, rinvii e rischi per i vitigni vicini, che rendono ben 400 milioni di euro l’anno, l’intero circondario si interroga sul proprio destino.
    A quanto ho capito, si tratterebbe, tra l’altro, di una raffineria di vecchia concezione.
    Se è vero che l’ambiente va tutelato, non si può dire sempre di no: le automobili devono pur muoversi, le case devono riscaldarsi, la corrente elettrica, in un modo o nell’altro, deve essere a disposizione.
    Io, comunque, credo in uno sviluppo eco-compatibile, fatto di centrali a bio-masse, eoliche, solari, e d abitazioni in cui si spendono 170 euro l’anno per tutte le bollette: Invito tutti a informarsi su Friburgo, dove esiste un’edilizia amica delle nuove fonti energetiche.

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Diary of a Baltic Man

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