Illusione a -6°

09 Dic

Toccata e fuga in un Paese in guerra. Anche se nelle strade la musica abbraccia il profumo di vita di un popolo intero, è nelle puttane della Jimenez o nei barboni di ogni angolo la realtà della faccenda. Sfumano nei bambini-ambulanti e nel 75% di vecchi senza pensione le avanguardie dell’arte e l’ultimo Juan Valdez aperto a Los Angeles. Il sentimento di pace interiore risorge solamente tra le palme di Santo Caribe, sulle carezze che il vento dell’alba lascia sulle tue labbra fameliche.

Tutt’intorno la gente balla, le fotosequenze si ripetono, una mamma andina si carica il figlio sulla schiena come un fagotto, come un sacco di mais lo trascina nel suo vagare. Fottendosene del professionista luminare che le marcia accanto, direzione Miami e un’aula di chissà quale ateneo. Quando è già buio un negro del Pacifico ti ferma, ti mormora qualcosa nel suo slang e ti invita a ballare, e la ritmica è un ipnosi totale che riporta a centoquindici vite passate, quando gli uomini si muovevano dipingendo ellittici tratti perchè le gambe si chiamavano elastici. Una televisisone parla dei casini nel Putumayo, in quel quadratino d’inferno separatosi dal Paradiso dell’Amazzonia. Dove un giorno apparve la coca, e si trascinò dietro come una maledizione biblica i narcos, i paramilitari, la violenza, i sequestri, le improvvise sparizioni. E scomparve lo Stato, lasciando su un palo un pezzo di stoffa. “Le Piramidi” sono le ultime piaghe di questa gente. Un’assurdità reale, un sistema così inverosimile trasformato in realtà dal nonsense del Tropico. Se certa gente su poltrone vellutate ha moltiplicato i pani e i pesci in poco tempo perchè non potrei riuscirci anch’io, questa la matematica del meccanismo.

Perditi con me nei sentieri di Sierra Nevada e raccontami la tua terra. Parlami di tuo trisavolo e di Simon Bolivar, di una vecchia strega e del suo iguana, di quello che mangi e dell’aria che respiri. Raccontami tutte le tue favole indigene e mettici dentro il secolo ventuno, un aereo, il futuro. Tu sei Colombia, indecifrabile e magica.

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4 Responses

  1. Donquishote ha detto:

    Se certa gente su poltrone vellutate ha moltiplicato i pani e i pesci in poco tempo perchè non potrei riuscirci anch’io, questa la matematica del meccanismo: come una maledizione biblica i narcos, i paramilitari, la violenza, i sequestri, le improvvise sparizioni.
    Bei progetti non c’è che dire.

  2. A.Russo ha detto:

    Hai citato Bolivar:grande Simon Bolivar: dopo aver liberato il suo Venezuela, poteva fregarsene degli altri stati: e invece no, si impegnò a liberare tutto il sud america.

    Grande anche Garibaldi, che, fuggito dall’Italia e condannato a morte in contumacia dagli austriaci, forza occupante, si rifugiò in sud america.
    Lì poteva fregarsene di tutto ciò che lo circondava, e invece combattè per la liberazione del sud america.

    E grande anche Che Guevara, altro paladino della libertà, che io, sia pur non condividendone gli ideali comunisti, ammiro molto.

  3. Baltic Man ha detto:

    Concordo.

    Valuta, comunque, che all’epoca di Bolivar Venezuela, Colombia ed Ecuador formavano un unico grande stato (la Gran Colombia).

  4. LoBo ha detto:

    la droga ,ma principalmente la PAURA sono purtroppo i più grandi fatturati del mondo e tutto ciò è quello che ha sempre complicato , indifferentemente dal modo in cui si ottenga, la conquista della libertà collettiva… “è il modo di ottenere i risultati,chi fa la differenza…”

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Diary of a Baltic Man

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