L’improvvisazione nell’arte e nella vita

09 Mar

Certa roba va più in là del semplice concetto di “musica” così come televisione radio cultura popolare insegna. Passando per le droghe e la psichedelia, raggiunge universi sconosciuti di puri sperimentalismi dove i concetti di genere e di “ensemble” già non contano più niente. Quello che ne viene fuori è una mistura di esperienze vissute, di vita assimilata e metabolizzata sottoforma di scale cromatiche, un amplesso onanistico che si trasforma misteriosamente in un’orgia collettiva, il piacere del singolo musicista si amplifica nell’espressività degli altri.

Questo tipo di musica, definitivamente scomparso, ha conosciuto i suoi massimi albori negli anni ‘70, quando le droghe psichedeliche non erano ancora state scoperte dai moralisti della domenica, e l’esplorazione di nuove forme artistiche ne era la rappresentazione più evidente, l’eredità migliore lasciata ai posteri. Senza nessun tipo di presuntuosità particolare, e citando un’idea di Nachmanovitch, mi piace pensare che non si tratta di musica per tutti: chi vive rinchiuso tra quattro accordi che variano tra strofa e ritornello, non potrà percepire il misterioso matrimonio perfetto tra i diversi componenti del caos.

Tags: , , , , , ,

3 Responses

  1. Bunja ha detto:

    I focus. I focus! Una vecchia riccona olandese li invitò a vivere nella sua mega-villa, insieme ad una trentina di giovani avanguardisti di cinema, fotografia ed arti varie….mantenuti da lei, per produrre arte.
    perchè non esiste più gente del genere?

  2. A.Russo ha detto:

    Condivido appieno il commento che hai scritto sull’utilità del blog riguardo ai dubbi di Karim.
    Cerea, ne (lo dicono anche a Cuneo?)

  3. Baltic Man ha detto:

    Lo dicono SOPRATTUTTO a cuneo!
    …y donde màs??

Leave a Reply

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


Ricerca personalizzata