Ecuador

15 Dic

Un internet cafè sulla linea della frontiera, aspettando un Chiken Broaster al di là della strada. Questo primo Ecuador è il ritrovarsi con il freddo, con l’aria di montagna infilata tra i vestiti, con un popolo apparentemente elegante, straordinariamente educato, in una parola: andino.

La frontiera tra Colombia ed Ecuador è un fiume nero sotto il ponte. Ai due lati, due paeselli grigi e notturni, colpiti duramente dalle crisi diplomatiche dei Piani Alti, con Uribe e Correa che non smettono di insultarsi. La prima sorpresa succede in cassa di cambio, 40.000 pesos colombiani per quaranta dollari. Per quaranta dollari. Da queste parti usano il dollaro, e qualcuno dovrebbe spiegarmi per me.

E poi: il buio. L’Ecuador è senza luce, gravi crisi energetiche colpiscono profondamente il paese, in quest’epoca di perenne siccità. Storie di America Latina, domani sorgerà comunque il sole, dai finestrini di un autobus in direzione Quito.

4 Responses

  1. Cournot ha detto:

    Ti hanno regalato 20 $??

  2. Baltic Man ha detto:

    Ah ah! Hai ragione. Che marcio. Erano 20 $. Perbacco non ti sfugge niente….

  3. Cournot ha detto:

    Eh eh, almeno su ste cose…
    Ma per curiosità con quei 40 dollari, in Ecuador, cosa ci puoi comprare?

  4. Baltic Man ha detto:

    160 gelati.
    60 ore di internet.
    80 litri di chicha.
    40 spettacoli teatrali.
    1 mouse wireless.
    Per tutto il resto, c’è mastercard
    😉

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Diary of a Baltic Man

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