Brucia Troia brucia

17 Dic

Una musica diversa. Un suono diverso, suono di montagna. Aria diversa, diverso il sole, tremila metri di metropoli sparsi tra i vulcani. Un giornalista impazzito, un leader indigeno, un politicante in giacca e cravatta ad indagare tra le sabbie mobili della diplomazia. Un paese che si spegne due ore al giorno, un desayuno continental como remedio contra la muerte, un bus troppo pieno per un teatro troppo vuoto. Inseguridad, calentamiento global, los muertos y los sicarios e giornali latinoamericani tutti uguali. Il silenzio, la retorica, la puzza di muffa, e giornali latinoeuropei tutti uguali. Il taxista che ti racconta la gran verità, “non importa la crisi economica, il gran problema è che nei mondiali 2010 noi non ci saremo”. Le minoranze politiche, le minoranze etniche, le minoranze legali, le minoranze mentali. Un pezzo di anima da ritrovare negli internet cafè, sottoforma di parole virtuali, sussurrate in un documento word. La valigia piena di pezzi di carta da mostrare al guardiano della Gran Eternità, Sua Maestà io ho provato a vivere, ecco le prove. La sensazione di una mano calda nella mia mano fredda, come quando ti amputano una gamba e continui a percepirne la presenza ed il dolore. Il dolore, il più grande tra i sentimenti umani. Quel gran pittore ecuadoriano che riposa nel suo mausoleo lassù sulla collina, tra i veri colori del suo falso mondo migliore. Il tutto ed il contrario di tutto, e la consolazione di chi non ha niente, che poi la consolazione non esiste, non è nient’altro che egoismo taroccato.

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Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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