Questa è una fotografia

17 Mar

Harold, capelli neri e occhi nobili, accento paisa. Vive nella strada, i suoi occhi sono gli occhi di chi ha voglia di chiuderli per un momento, e nascondersi dalle luci della città. Impossibile. Ci riesce con i suoi disegni, a nascondere con la mano la parte brutta delle cose, come si fa avvicinando una mano a cinque centimentri dalla pupilla, la parte marcia rimane coperta e si vede solo una striscia di mondo. Ha la pelle chiara ma anche scura, dipende dai punti di vista, e si sa che i punti di vista sono importanti in una terra dove è meglio mettersi la crema solare per evitare di diventare troppo neri. Harold è nero perchè la strada. Perchè dorme su un cartone nella 73 con 55, lì dove cinque anni fa c’era un parco e adesso ci stanno costruendo la fermata del TransMetro. Eppure sono una brava persona, però tu sai come vanno le cose, io comunque non sono di qua, però è un piacere averti conosciuto, di fronte al Carrefour di solito la gente ti guarda piuttosto male, e invece io voglio solo vendere la mia arte, sai, io la chiamo arte perchè è una cosa che faccio io, che la faccio io e la faccio così e non so nemmeno perchè, forse perchè mi piace così. Però ti guardano male, non so come sia nel tuo paese però qua la gente è razzista, è classista, c’è la società dove devono essere tutti uguali però non possono, sai questo è un paese che ha molti problemi eppure è bello, si sta bene, la gente è felice e sono felice anch’io.

Poi siamo andati al cinema. C’era un film strano, non si capiva se eravamo noi a guardare gli attori attraverso lo schermo, o viceversa.

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2 Responses

  1. viola ha detto:

    “film strano.”.perchè gli attori dovevano guardare voi? cosa ti ha dato quest’impressione? avevi fumato qualche tabacco locale?
    da qualche anno mi chiedo cosa vogliano dire esattamente le cose.
    gli anni servono a questo: a sfrondare gli orpelli delle parole in più.
    anche se qualche volta ci ricasco.
    basta la poesia. la matematica e razionalità al suo posto.
    una volta ho letto un libro, parlava del numero dei treni, del denaro che serviva per mandare la gente nei campi di concentramento. la matematica è molto piu profonda di quello che non sembri.
    che disegni faceva questo hernry? e perchè non capivi il colore della sua pelle? secondo te i suoi disegni erano validi o erano una scusa per scroccare quattrini?
    quanto costano le macchine da ripresa che sfoggiate in una foto che ho visto qui?
    e..e
    ciao

  2. Baltic Man ha detto:

    Wow. Sará difficile risponderti. E’ sempre difficile rispondere.
    Era un film di Jean Luc Godard, una di quelle opere dove a un certo puntogli attori escono dai linguaggi tipici del cinema per situarsi dalla parte dello spettatore.
    Henry faceva disegni piuttosto banali, a dire la veritá. Era un modo come un altro per dare un senso al suo essere finito in mezzo alla strada, e non é nemmeno troppo difficile (finire in mezzo alla strada), in un paese come questo.
    Peró mi ha impressionato quello che ha detto, “sono cose che nascono dentro di me e cerco di esprimerli, sono la mia piccola arte”. Ed é vero. Senza pretese.

    Le telecamera che hai visto in qualcuna delle mie foto valgono parecchio, e sono messe a disposizione dall’universitá per realizzare un progetto che avevamo presentato. Non so quanto costano, penso molto. La matematica é molto piú profonda di quanto non sembri.

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Diary of a Baltic Man

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