La selva come presenza, come entità. Esiste sottoforma di suono, una nota lunga e grave che sembra non finire mai, un coro polifonico come nelle cattedrali di legno e di pietra, nel milletrecento. Guardala e giudica, e dimmi se non la temi. La selva è qualcosa più che la terra, qualcosa meno dell’acqua, è un mondo simbolico che non entrerà mai nella finestra.
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ho sempre cercato selve. e le ho trovate. in cameroun, alberi come cattedrali che quando cadevano al suolo liberavano le comunità residente nei rami. alveari giganti,topi volanti, animaletti e nidi di tutti i generi. la selva fa paura. c’è poco da dire di notte ancora di più che la notte lì è proprio notte, come nelle favole. e chissà cosa nasconde.
e anche in polonia le immense foreste che capisci la paura di hansel e gretel. buio fitto.
io spero che resistano e che smettiamo di consumarle. viva la plastica.
ave maria purisima
Le foreste mancano e mi mancano. Quattro anni nella giungla malese mi hanno lasciato il segno. Per apprezzarla meglio dovresti andarci di notte. Perché? Provaci e capirai.