Archive for maggio, 2010

Fuori dal (primo) mondo


31 Mag

Traduzione veloce dell‘articolo apparso sul BlueMonk:

Riflettendo sul significato del concetto di “casa”, ci si puo’ ritrovare di fronte a situazioni piuttosto controverse, soprattutto quando i contrasti tra due situazioni sono evidenti almeno quanto i pregiudizi, e le situazioni effettive, paradossali.

Il discorso e’ che mi sono trasferito. Non vivo piu’ in una casetta sulla spiaggia dell’Oceano Atlantico, frazione di Salgar, municipio di Puerto Colombia; sono tornato nel punto di incontro tra Alpi ed Appennini, in un punto qualsiasi delle montagne della vecchia Italia, dove sono nato. Nonostante le differenze possano sembrare infinite, mi stavo dedicando all’esercizio di focalizzare le similitudini, in una specie di studio di un’immaginaria “sociologia dei paesini”, quando un altro tipo di riflessione, questa volta, relativa alla geopolitica ed alle comunicazioni, ha deviato il corso dei miei futili pensieri.

E mi rendo conto, adesso, di come ero fin troppo ben abituato nella mia casetta senza vetri alle finestre, la’ fuori da ogni mappa. D’accordo che dovevo passare la scopa ogni volta che tornavo a casa, di sera, per tirar via mezzo kilo di sabbia dal pavimento. Si spegneva la luce della cucina ogni volta che il frigo si accendeva in automatico – che si puo’ fare. Avevo perfino dovuto condividere diverse volte il mio cibo con ogni tipo di esseri viventi di ogni dimensione, che  saltavano fuori – da chissa’ dove – ad ogni disattenzione. Cosi’ e’ il Tropico.

Eppure, non e’ poca cosa, per un viaggiatore postmoderno ed ipocrita, costantemente incollato a quello che rimane indietro attraverso il web. E la’, nella casetta di Salgar, avevo internet. Qualcosa che nel municipio di Viola, al nord di Italia, piena Unione Europea, pare impossibile.

Ragioni economiche? Politiche? Disattenzione? Chi lo sa. Tutto e niente, a quanto pare. Gli indigeni locali dicono che il cavo dell’ADSL e’ arrivato solamente fino a valle, dimenticandosi di chi vive qualche kilometro piu’ in su. Pero’ in realta’ si sa che il caro signor B. – che, come si sa, ha fondato il suo impero sulla trash-tv commerciale – fa tutto il possibile per frenare l’evoluzione di internet e continuare cosi’ nell’era primordiale della “scatola magica” – un mezzo di comunicazione obsoleto ormai da decenni, nonostante lo dipingano oggi di “digitale” (il fornitore unico dei decoder? Paolo B. Fratello di Sua Maesta’).

Il risultato e’ che la conclusione di qualsiasi analisi di osservazione continua ad essere lo stesso: “primo” e “terzo” mondo sono concetti arbitrari e piuttosto antipatici, una volta di piu’. Se l’accesso ad internet e’ ormai una discriminante fondamentale nel livello di sviluppo di un Paese, si consideri che in Italia il 12 percento della popolazione continua a vivere coattivamente disconnessa dal mondo.

E nella mia casetta di Salgar, tra sabbia ed elettricita’ precaria, insetti e finestre senza vetri, ho trovato, finalmente, il progresso. Wireless.

CasasaC


30 Mag

Quarantadue kili punto quattro, signore. Tanto pesa un anno di vita, chi l’avrebbe mai detto. Un cinquanta percento di libri ed il resto ripartito tra viaggi mentali, calze e mutande sporche, qualche decina di anacronistici cd. Ritratti, disegni, congetture. E poster, pezzi di carta, polvere di mare impregnata nei tessuti. Niente di serio. La notizia e’ che a Bogota’ piu’ di uno sconosciuto mette a disposizione le sue braccia nell’immane sforzo verso il check-in: a Milano non succedera’. E nemmeno a Genova, ne’ a Savona, ne’ mai. Poi, cielo. E una bambina che osserva le nuvole, a cinque anni ha gia’ perso l’incanto di sapere cosa ci sara’ li’ sopra. Nessun dio, piccola. E nemmeno angeli. Solo un airbus pieno di miseri esseri umani con il loro quintale di rifiuti  in eredita’ alla terra laggiu’ in basso, air-lunch, fast-breakfast, papaya sintetica e caffe’ con latte in forma solida. E don Quijote, e Sancho Panzo, e pagine e miglia ed attimi e secoli che volano via, nello spazio ipocrita di una cabina pressurizzata. Osservo la Mancha diecimila metri piu’ in basso, com’e’ cambiato il mondo, sotto la retorica dei mulini a vento. Poi, d’improvviso, Milano. L’ Italia e’ piccola, tremendamente piccola, comparata con gli spazi aperti d’America. Lo sguardo abbandona l’aria e ritorna per la prima volta – da un tempo indefinito – sulla terra, la terra della citta’ in trasformazione, delle Fiat Punto bianche parcheggiate di fronte ai caffe’, la terra dei piccoli orti e i pensionati che dipingono con la loro presenza un giugno ormai vicino. Scorrono le lancette ed il Sole non demorde, vecchio Nord di solstizio d’Estate cosi’ lontano dalle terre del Tropico. Poi formaggi, salami, buon vino nero tra parole in dialetto d’infanzia. Come quella vecchia canzone mangiata tra i nastri degli anni Novanta: “e’ bello ritornare / ma andare, forse e’ meglio”…. Ed infine la notte, la vera ed unica Casa.

(Nel frattempo la Colombia decide cosa vuol fare da grande. Qui e qui gli ultimi articoli su una campagna elettorale indimenticabile).

Pareti spoglie ormai


22 Mag

Come spiegare cosa vogliono dire queste pareti spoglie, segnate di ruggine di un anno di vita. Dire addio ad un microcosmo di cui si incomincia ad essere parte integrante del paesaggio, e le notti con la luna sul letto, e il sudore e la polvere, e centomila parole liberate a voce alta in quelle notti di solitudine. Rimarranno chiuse tra quattro pareti, orfane di una voce, sopravviveranno alla presenza dell’uomo, per natura, passeggera.

Un anno di vita e può essere un giorno o un sogno, la metrica del tempo ha rifiutato ogni catena ed ha agito anarchica, pennellate d’artista su sequenze di immagini in riproduzione casuale. La vita degli altri ha proseguito il suo cammino dall’altro lato della finestra, uno sguardo di elitista differenza ha osservato in silenzio dalla parte sbagliata del muro, lontano da nomi, cognomi, certezze, ipocrisie.

Le notti del Caribe non troveranno più il loro buio. Un’altra pagina si chiude sul libro del viaggiatore, un’altro pezzo di vita sulla schiena per poter ritrovare, un giorno, la radice di déja-vu effettivamente vissuti. Sulla strada del ritorno verso una prevedibile mediocrità, rimane un sapore dolce, sulle dita, a ricordare che effettivamente tutto questo è accaduto, che la libertà è un inganno possibile, ed è nascosta in una casa senza vetri alle finestre, vicino alle tres piedras, a cinque minuti in discesa dall’oceano atlantico.

Giorni spesi a guardare il sole


19 Mag

bluQuando immaginare significava creare immagini.

Leyendo a un viejo perro


14 Mag

“Tetas”, no esta mal para empezar un texto. Tiene fuerza, engancha y… y son tetas.

Entre pielrojas y brasas de tic-tac, sàbanas huérfanas de olor feminino y manchas de vida pegadas a la pared, bajo una brisa mentirosa y artificial, violenta en sus vueltas-segùn-el-sentido-de-las-agujas, imaginaciòn que se vuelve morbosidad y despuès crimen y despuès un cursor intermitente sobre pantalla blanca, orgullos y sonrisas en piensar en aquellos tiempos que, recuerdo de pecados y pecadores santos y paraisos, todo esto y nada de esto en una sensaciòn que fluye como un vortigo, como un recuerdo, como aquel dice que es el dolor todo lo que queda en la memoria.

Quedan las palabras, existen solo las palabras, hasta la musica a veces puede desaparecer, o màs bien cambiar de forma, dejar de ser matematica para volverse alfabeto. Y entonces fluyen, las noches y los delirios, las euforias de leer en alguna parte lo que ni siquiera ya tiene sentido pensar, segùn los pensamientos de estos tipos que van al cine los domingos a las 5. Fluyen los textos y las imagenes, se vuelven vino y emborrachan y son una delicia, hacen la noche tan reales como aquella vez en valparaìso.

El poeta es aquel que no duerme.

Agorà MMX d.C.


13 Mag
Nastas'ya Filippovna dice:
este mundo este tiempo que sin duda no es aun postmodernidad es hipermodernidad... quiere llevar lamodernidad a su extremo y es la epoca q estamos viviendo la modernidad quiere agotarse hasta acabar con lo que mas pueda
el medio ambiente
la gente
lo puro!
lo virgen!
y ya casi está listo este trabajo..
KKinsk dice:

si, el golpe de cola final

Nastas’ya Filippovna dice:
y lo peor
es que está acabando con el romanticismo
con los ultimos romanticos
fuertes de mente
que exigen una revolucion mental..
que se apasionan
con este mundo
porq han de tener la capacidad de entenderlo
y para volver al tema
cuando..
o mejor..
a veces..
siento que acaba con el amor.

Quo vadis?


09 Mag

I giorni scorrono via come sabbia tra le mani, in questa eterna stagione che volge verso la sua fine naturale. Tramonta il sole sul cielo del Caribe, ed è una luce arancione accesa, viva, una sola inesprimibile immagine per racchiudere tutti questi mesi (anni?) trascorsi in una vellutata, meravigliosa solitudine, tra pagine ingiallite e quaderni ormai pieni, sotto il letto.

Salgar scompare piano piano. Già da un paio di settimane i miei diciotto metri quadrati di sabbia si sono riempiti di vecchie voci e nuove musiche, un pezzo d’Europa alla deriva su terre che nuove non lo sono mai state. La surreale presenza di un gruppo di amici da queste parti- pochi ma buoni – è un segno dei tempi che evolvono, nonostante l’immobilismo intrinseco nei giorni cotti dal Tropico. Parlare italiano significa ritrovare quella parte di me stesso volontariamente dimenticata sotto il cumulo di giorni mai così uguali, mai così diversi.

Gli ultimi giorni, e tutto si accellera. Quando la candela inizia a galleggiare tra il liquido della cera, è tempo di aver paura del buio che verrà. Un’ultima, effimera illusione, e tutto arricchirà, ancora una volta, l’intangibile fardello di un passato che un bel giorno sembrerà così romanticamente lontano da non esser mai esistito. E’ la fine. E’ un altro inizio. E’ questa cosa strana che qualcuno si ostina a chiamar “vita”, e che altro non è, se non un correre dietro a sé stessi.

(Da oggi qualche pezzo di me gocciolerà, in spagnolo, sull’illustre BlueMonk Moods. Siete tutti invitati).

Falso Allarme


04 Mag

Dear all: We have received information saying that two bomb cars have been found in Barranquilla. One in Exito 51 B and antoher in calle 76 with 52. We don´t know how real this is but just a recommendation stay away from places where people can park cars. This hasn´t happened in Barranquilla since the times of Pablo Escobar.

A un mese dalle elezioni


01 Mag

…crescono le possibilitá di Antanas Mockus. La Colombia inizia oggi un mese decisivo per i suoi prossimi vent’anni di storia, l’interesse internazionale aumenta.

Questo é il nostro articolo dalla Colombia.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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