Garage

12 Ott

In bilico su un arpeggio costante, ritmico e cromatico. Hoppipolla. Polifonico. Astruso. Quasi inesistente. Indie, rock. Selvaggio e raffinato. Che esplode in un’apoteosi di violini, che scende giù dalle montagne come un pezzo di mitologia, l’esercito definitivo che ci spazzerà via tutti. Strappami via i pantaloni. Cerca con le tue mani, tra l’inconsistente buio, tutto ciò che ci rimane, una libidinosa voglia di volere. La musica continua, so che non esiste e so che la percepisci anche tu sotto di noi, e non ha niente a che fare con la musica degli altri, là sulla spiaggia. Il problema è la nostra capacità di sognare, di sognare con un domani, e non c’è altra possibilità se non cercarsela tra le tue gambe, quest’alba che non arriverà mai. Non è più tempo di ideologie, divagazioni su come distruggere il mostro che si rigenera, lettere scritte agli amici per comunicare che effettivamente dio non esiste. Tutto ciò che ci è rimasto è un buco lungo la strada verso il mare, un aborto di garage abbandonato a sè stesso, per cercarci in mezzo al buio. E un pezzo di stoffa bianca a separarti da me, a separarmi da te, a separarci da noi.

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Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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