Ode alla precarietà

29 Ott

Looking for a god

Non dipende da te, fratello. Dico, era inevitabile. Non ti sei accorto che il tempo è un vortice, una massa in costante movimento, e che negli ultimi cinquant’anni tutto si è accelerato irrimediabilmente?

Questa storia di pensare oggi che domani sarà migliore e saranno migliori anche gli scatti di anzianità e che prima o poi arriverà una pensione.
Questa storia di proiettarsi in un futuro sereno, orgogliosamente tronfi a lasciare in mano qualcosa ai figli dei nostri figli.
E ancora, questa storia di pensare che nel 2027 noi faremo.
Questa storia.
Preistoria.

La realtà si è definitivamente compromessa, e ha ceduto il passo a un’illusione usa-e-getta. Gli Dei di oggi domani dovranno essere sostituiti con nuove chimere in cui credere. Cadono i muri e si abbattono le barriere, impazzisce la logica costruita sui secoli, è il trionfo del caos. Niente più pianificazioni né certezze: la bilancia è minacciata da settemilamilioni di essere umani tutti impilati sull’altro piatto, contrappeso terribile. L’equilibrio è precario, non c’è domani possibile.

E allora difenditi, e gioca. (E allora prova a difenderti, a giocare). Perchè il mondo è diventato una roba tipo google earth, un luogo dove tu entri digiti navighi sorvoli e poi con colpo di mouse riduci drasticamente la scala. Con un colpo di mouse, tu scegli un angolo e clicchi e trascini e la mano stringe e quell'”altro mondo” di ieri improvvisamente ti si apre sotto gli occhi. Ci sei dentro. Altre facce e ambienti naturali, un universo di possibilità intrecciate tra loro, creano uno spettro potenzialmente infinito di vite possibili da inseguire. Allargano il vortice.

Ci sono aerei che ti portano dove vuoi; un inganno economico sociale a dirti che la tua moneta è ancora forte, e un libretto di trentadue pagine che riesce ad aprire altre porte. C’è una nuova dimensione che si è aperta all’improvviso, avvolge tutto in rete ed elimina il concetto di “spazio”. C’è una logica politica disegnata da un esercito di cocainomani, e prevede il “tutto e subito fino al collasso”. Non puoi combatterla.  Adeguati.

Non era esattamente il concetto di “libertà” che ti avevano messo in testa, d’accordo. Però, ci assomiglia. Con un solo colpo di spugna, hanno eliminato dalle tue caviglie quelle stesse catene in cui credevano di farti credere: lavoro, famiglia, futuro. Una generazione di disoccupati singles e disillusi, ecco cosa siete. Siatene fieri; siatelo fino in fondo. Cosa aspettate, per godervi fino in fondo i privilegi del nuovo status?

Il vortice si allarga. Ti immagino ebbro di adrenalina, cavalcandolo con una tavola da surf.

One Response

  1. Tanoka ha detto:

    Ne deduco che sei nuovamente in partenza. Bravo.

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Diary of a Baltic Man

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