Pomeriggio al parco Heratsu

01 Mag

Fa parte di un unico tutto, che ormai non conosce più né lingua né modalità di espressione, è un’energia interna che semplicemente pulsa, una forza che intrinsecamente accelera, un bisogno di aver bisogno che si soddisfa nel nulla. Attraversa coordinate spaziotemporali falsate, fermenta negli inverni di momentanei esili, fiorisce in un maggio solitario di fronte a un fiume che scorre all’incontrario. Significa tutto e non significa nulla, significa il significante di sé stesso, significa parole che non sono mai troppo assolute per esprimere una vibrazione, significa quel che scrive un amico da un marciapiede di stoccolma, significa star sdraiato in un prato e sentire le nuvole e vedere jimi hendrix dietro la schiena. Ritorna nei nomi biancoblu di chi un giorno è stato un volto, accumula potenziale nella cantina virtuale che riunisce il miglior vino, nella cantina virtuale dove ci si ubriaca per inseguire – e non fuggire- una realtà che si è toccata con mano. Rimane Mistero e chimerica utopia, rimangono le orme di un cammino ancora da percorrere, rimane l’immagine digitale di un pomeriggio al parco a catturare in uno schermo un pezzo di mondo, a fissare nel microfono un minuto di storia, a stringere tra i pugni l’illusione e la consapevolezza di essere vivi.

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Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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