Bradet

09 Mag

Una notte a seicentocinquanta metri d’altezza, aria umida e fredda nell’angolo occidentale dei Carpazi. La Serbia è venti chilometri più in là, l’Europa una linea labile che quando si sposta trascina dietro di sé storie e sostanze precarie.
Il cielo sono soprattutto milioni di stelle, i cani abbaiano lontani. Le contadine hanno ancora il velo sui capelli, i due cavalli che tirano avanti i carri dei loro mariti sono reali e i all’orizzonte pagliai disegnano la silhouette della notte.
Insieme a me cammina un signore di cinquantacinque anni, parla la mia stessa lingua. Nemmeno lui sa come sia finito da quelle parti, anche lui ha smesso di chiederselo.
Intorno a lui, la disperazione. Condizione umana nel suo stato animale, estranea ai vizi e alle virtù di millenni di storia. “I disperati di oggi vent’anni fa erano bambini”, dice questo signore, con sguardo perso nel buio. Pensa qualcosa di più, pensa qualcosa che diventa vento, e silenzio.

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Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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