Berlusconi siamo noi

09 Nov

Maschere e identità

Quel che dispiace è sapere che non è servito a niente, che da domani ci sarà comunque sempre qualcuno più furbo e più bello, che dopodomani i colpevoli saranno stati gli altri, che tra dieci anni berlusconi non l’avrà votato mai nessuno. Non saranno serviti a niente le contraddizioni tra puttane e vaticani, l’uso criminoso della televisione giustificato dai milioni di italiani che hanno continuato a subirlo in silenzio, il bieco razzismo e l’evidente presa per il culo collettiva. Tra dieci anni tutto sarà parte di folklore nazionale, berlusconi sarà diventato un sorriso e un “io l’avevo detto che”, ogni tipo di prostituzione etica sarà giustificato in cambio di 3000 euro al mese, il suo modello di “classe dirigente” continuerà ad essere l’unico esistente, agli italiani non importerà sapere che le loro “forze dell’ordine” continuano a commettere omicidi di stato ma continueranno ad interessarsi di partecipazione politica solo quando vedranno minacciato il portafoglio. Non saranno serviti a niente questi ennesimi anni di mediocrità culturale, l’evidente caricatura che siamo diventati, di fronte alle nuove generazioni degli altri europei. Il pubblico continuerà a parlare come parlano sui treni oggi, la cosiddetta “critica” non faticherà ad adeguarsi ad un nuovo leader da adulare (presentando fattura), e continueranno ad essere pochi quelli che hanno realmente frequentato Pasolini. Non servirà a niente pensare che è stato solo uno sbaglio: la storia si ripete, e difficilmente agli italiani capita di volerci mettere le mani sopra, per migliorarla.

“Dunque siate radicali: voi lo sapete, tra i vostri conoscenti, tra i vostri amici, tra i vostri parenti, chi ha supportato il Sultano. Non dimenticatevene: quando non comanderanno più, non ci dovrà essere compassione per queste persone, che sono responsabili fino alla loro ultima azione pubblica (compiuta per convenienza, per malafede o per ignoranza – non c’importa). La democrazia sembra funzionar meglio laddove è coadiuvata dalla riprovazione etica verso i suoi pervertitori, no?”

(Il Professor Morte)

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Diary of a Baltic Man

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