I scream, you scream, icecream

19 Apr

La foto di un sole infuocato messo insieme da una serie infinita di pixel. In televisione una serie di cotechini imbellettati parlano di politica e di scandali politici. Mia madre ascolta attenta preoccupata dalla crisi, le mie gambe invece sono stanche dopo una giornata di deambulazione sul cemento. Sul cemento.

Leggo di Fabri e dei suoi capelli di bellezza che si porta dietro sulle rive del mediterraneo. Nelle orecchie c’è ancora la voce di Sol, le sue modulazioni del sud su testi in jam session. Ieri sera c’era chi scattava foto a un gatto esistenzialista e chi raccontava di una carovana itinerante sulle strade del mondo. C’era anche il suono di un contrabbasso costruito con una cassa di vino barolo e con una gamba del tavolo. “Ha ragione fini o beppe grillo? Le primarie o i candidati in parlamento?”

E’ un discorso di improvvisazione? E’ un discorso di improvvisazione. Non riesco a concepire la mia vita scritta in uno spartito, legata a un ritmo o un movimento predeterminato. M’immagino piuttosto un assolo stonato e scoordinato, un fraseggio senza fantasia né genialità, una melodia che si allontana dalla logica del sound. Ma un assolo che rimane iscritto in un’armonia superiore, che cammina insieme al groove di un basso sporco e quasi assente, un basso costruito con una cassa di vino barolo e la gamba di un tavolo.

Voglia di un sorso di meraviglia.

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Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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