Quelli che gli stavano intorno, la sua famiglia, gli amici, suscitavano in lui un sentimento di vergogna e furore. Li aveva visti sulla strada, quelli e i loro simili, ricordava le macchine piene di ufficiali che scappavano con le loro belle valigie gialle e le loro donne dipinte, i funzionari che abbandonavano le loro sedi, i politici che in preda al panico seminavano per strada fasci di documenti segreti, le ragazze che dopo aver versato qualche lacrima di convenienza il giorno dell’armistizio ora si consolavano con i tedeschi. “E dire che nessuno lo saprà , che ci sarà intorno a tutto questo una tale rete di menzogne che arriveranno a farne una pagina gloriosa della Storia di Francia. E quanto si daranno da fare per scovare atti di eroismo e di abnegazione… Dio, cosa non ho visto! Porte che restavano chiuse a chi bussava per un bicchier d’acqua, sfollati che saccheggiavano le case; in tutti, ricchi e poveri che fossero, confusione, viltà , vanità , ignoranza! Un bel popolo siamo!”
Irène Némirovsky – Suite Francese