Archive for giugno, 2012

La storia la fa chi perde


28 Giu

Quelli che gli stavano intorno, la sua famiglia, gli amici, suscitavano in lui un sentimento di vergogna e furore. Li aveva visti sulla strada, quelli e i loro simili, ricordava le macchine piene di ufficiali che scappavano con le loro belle valigie gialle e le loro donne dipinte, i funzionari che abbandonavano le loro sedi, i politici che in preda al panico seminavano per strada fasci di documenti segreti, le ragazze che dopo aver versato qualche lacrima di convenienza il giorno dell’armistizio ora si consolavano con i tedeschi. “E dire che nessuno lo saprà, che ci sarà intorno a tutto questo una tale rete di menzogne che arriveranno a farne una pagina gloriosa della Storia di Francia. E quanto si daranno da fare per scovare atti di eroismo e di abnegazione… Dio, cosa non ho visto! Porte che restavano chiuse a chi bussava per un bicchier d’acqua, sfollati che saccheggiavano le case; in tutti, ricchi e poveri che fossero, confusione, viltà, vanità, ignoranza! Un bel popolo siamo!”

Irène Némirovsky – Suite Francese

Il Castagneto Acustico – 2012


23 Giu

No time no space

Una festa.
Una festa?
Una festa.

Senza responsabili né denaro in circolazione, senza programmi né sponsor, senza nessun’altra regola se non quella della condivisione.

Mario e Ernestina, classe 1925, raccontano che nei giorni antichi in cui a Viola Castello abitava ancora la musica, i giovani del paese mettevano insieme la loro voglia di ballare. Qualcuno scendeva a valle a cercare i musicisti, qualcun altro faceva il pane, altri ancora preparavano i formaggi.
Non c’erano soldi: la festa si faceva senza soldi.
Non c’era energia elettrica: la festa si faceva senza energia elettrica.
Ma c’era desiderio e passione, e bastava quello, per fare la festa.

Il Castagneto Acustico è desiderio e passione, assenza di soldi, niente di elettrico.
Lo scenario è un bosco illuminato dal fuoco, nei secolari boschi di Viola Castello, che ancora resistono all’abbandono dell’uomo.
Musicanti e narratori, danzatori e teatranti, cucinieri e spillatori di vino, peccatori e disegnatrici, gente semplice e contadini. Tutti insieme senza un programma, ognuno viene e porta quel che vuole di sé.

L’appuntamento è nel Bosco del “Grimaldo”, frazione Castello, Viola. Venti km sopra Ceva. Domenica 8 luglio, dal pomeriggio a notte.
Cibo e vino ci sarà, ma cibo e vino è anche benvenuto.
E’ un bosco, quindi il più grande hotel, quindi si possono piantar tende e accampamenti.
Le vacche di Aldo hanno già iniziato a falciar l’erba, e preparare il terreno.

Ezra Pound


09 Giu

Ezra Pound.
Che si sa, a proposito di Ezra Pound?
Che fu fascista.
Che un branco di personaggi pittoreschi ha legato al nome del poeta le basi operative da cui partono moderne crociate di pulizia sociale – ma la figlia si dissocia.

Non si sa, insomma, quel che si dovrebbe sapere.

E cioè che nel ventesimo secolo la poesia si è spostata dalla teologia all’economia, al canto di una violenza che è quella perpetrata dall’uomo contro se stesso, contro la sua stessa natura.
La forza profetica dell’autore in questione si basa proprio sulla sua capacità di intravedere, fin dall’inizio del novecento, il meccanismo diabolico della finanza, di una concezione economica che si sposta dal concetto di “capitale” a quello di “moneta”.
C’è un bel documentario, online, che aiuta ad avvicinarsi al vero volto del grande poeta nordamericano. “A baby in the woods” è il suo titolo azzeccato, perché dipinge un’anima troppo sensibile e troppo ingenua di fronte all’azione perversa delle forze del potere. Nei cinquantacinque minuti del filmato, si ripercorre il cammino perplesso di Ezra Pound tra un’America che ha tradito i suoi ideali e un’Europa che stritola l’uomo. In mezzo, tra i tredici anni di manicomio in cui è stato abilmente rinchiuso, continua la ricerca verso le terre di Utòpia.

E il Pound presunto fascista?
“Dato che ogni guerra costa ai cittadini amercani
ventimila dollari a testa per sterminare i pellerossa
sarebbe forse più conveniente, e umano
educarli”.

Love thou thy dream
all base love scorning,
love thou the wind
and here take warning
that dreams alone can truly be,
for ‘tis in dream I come to thee.

[Ama il tuo sogno
ogni inferiore amore disprezzando,
il vento ama
ed accorgiti qui
che sogni solo possono veramente essere,
perciò in sogno a raggiungerti m’avvio].

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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