Per lavar via la polvere

31 Lug

Penso a questo bisogno senza fondo, a questi tre colpi di rullante che risuonano tra le mie tempie. Penso al tuo male ai piedi, alla mia voglia di accarezzarli, a quella notte in cui ti ho letto Cortàzar senza riuscire a farti addormentare, come una favola della buonanotte all’incontrario. Penso a quel che ti direi se riuscissi a farti avvicinare, al discorso finito che non siamo mai riusciti a lasciare a metà. Penso a quella voce triste che sembra un quadro illuminato da un raggio di sole tra le persiane. Penso a questa farfalla notturna che passeggia sulla “y” di “Diary of a baltic man”, e a quel letto d’albergo anonimo che un giorno ci conterrà. Penso a tutto quel che non ti avrei detto se avessi saputo, a quel che dovrei dirti se un giorno sapessi, a quel che oggi saprei, se avessi per una sola volta ascoltato. E penso a prenderti da dietro in una casa di pietra abbandonata, mentre fuori è solo grandine e cielo di luglio che si sfalda, terra di luglio che diventa profumo e sale su di noi. Non penso al tuo nome perchè non mi interessa dartene uno.
Ma penso a te.

Brucia Paradiso Brucia

2 Responses

  1. Vera ha detto:

    leggere e tremare…

  2. Aaiun ha detto:

    Cafunè

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Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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