Di un vecchio cinema

08 Dic

Velluto rosso sospeso sul tempo.
Separa il marmo dalla gomma, la luce dal buio, il suono dal silenzio.
Al di là del velluto, il cinema.
Al di qua del velluto, la realtà.
Un velluto rosso per separare il cinema dalla realtà.

Locandine antiche appese ai muri scrostati.
L’angolo in alto a destra è muffa. Probabilmente si infila sotto un balcone, là dietro.
E’ vietato introdurre apparecchi di registrazione analogica o digitale, è vietato consumare bevande e alimenti all’interno della sala, è vietato fumare.
E’ consentito schioccare la lingua e stupirsi dell’effetto d’eco. E contare le aste metalliche della ringhiera.

Spostando la prospettiva del riflesso sul vetro, poi, si riesce a inserire Clint Eastwood nella cornice della finestra della Trattoria del Peso, lì di fronte.
Illusioni ottiche autoprodotte.
Al di qua del vetro, il cinema.
Al di là del vetro, la realtà.
Un gioco di prospettive per infilare il cinema nella realtà.

La fotografia del fondatore della società operaia un po’ sbiadita, vicino all’ingresso.
Un cartello che dice la pro loco vi augura una buona serata. Quale carattere avranno usato per scriverlo? Bernard MT Condensed. E chissà com’era il mondo quando non avevi ancora la stampante.
Un cane che abbaia insistente, copre la musica.
Viene dal vetro, o viene dal velluto rosso?
Scende dal cinema, o arriva dalla realtà?

Non si fa più il buon vecchio cinema di una volta.
Oggidì le poltrone sono scomode.

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One Response

  1. Aaiun ha detto:

    State attenti, sono in due. E non vengono per discutere.

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Diary of a Baltic Man

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