Cadono giù i pezzi dall’autogrill.
E’ neve, sembra neve, ma anche la neve sembra qualcos’altro che non è.
E io, da un paio di giorni suppergiù, vivo in una casa di riposo.
Mi sveglio alle prime luci dell’alba, vado a dormire prima del solito, condivido i ritmi – condivido solo i ritmi, effettivamente – con i miei coinquilini temporanei, anche l’ora del pasto è anticipata di un centinaio minuti rispetto alle abitudini mie solite.
Ho anche il letto con il telecomando elettrico, si sollevano le gambe la schiena e anche il bacino, ogni combinazione è possibile e procura sollievo effimero.
Perché lo sto raccontando?
Ha un senso, in qualche modo?