Oggi

05 Gen

running up

Esci dalla porta e sembra di entrare in un abbraccio.
Quindici gradi, il 5 gennaio.
A Viola non si era mai visto.

Mal di gola, occhi infiammati.
Caffè con mia nonna, la musica di ieri sera ancora in testa.
Quindici gradi fuori dalla porta, la neve si è sciolta tutta.

Poi un saluto al vecchio contadino, profumo di spezzatino.
Questo caldo è una piaga, non fa per niente bene alle piante, dice.
Le fa gonfiare, le illude, poi torna il gelo e si spaccano.

Oggi ho pensato a Werner Herzog, agli anni Settanta.
Quel che è stato è stato una scintilla, una folgore.
E’ rimasto qualcosa?
Fabrizio dice che quel succede in una stanza, in qualche modo, rimane.
E molto tempo dopo, ancora si respira.

Rimane anche quel che succede fuori dallo spazio, che ti si appiccica addosso.
Le parole tra due sconosciuti, quando si annusano e si riconoscono.
Cosa riconosci, in quella tela in cui l’altro si dipinge?
La stessa voglia di creare un disegno, che muove la tua mano.

Oggi per esempio, passeggiata nel bosco.
Quindici gradi, il cinque gennaio.
Oggi ho scambiato un dvd con due formaggette fatte in casa.
Oggi sono andato a trovare una vecchia prozia, novant’anni.
Dice che suo fratello, che era mio nonno, la sera del 5 gennaio le propose di stare svegli e sbirciare.
I loro genitori – i miei bisnonni – se ne accorsero.
E da quel giorno non arrivò più nessuna befana.

Oggi.
Oggi domani è diventato già ieri.

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3 Responses

  1. Fakunin ha detto:

    è come leggere la storia di una spugna. tutto quanto ti circonda, le parole che girano nell’aria, le immagini, gli odori vengono assorbite dal tuo campo gravitazionale e trasformate. Sarà positivo o tutto questo porta verso un’inevitabile esplosione?

  2. Baltic Man ha detto:

    Implosione.
    Secondo gli esperti, tutto conduce verso un’inevitabile implosione.

    E come fai a non fidarti degli esperti?

  3. Xeh ha detto:

    Implosione Individualista

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Diary of a Baltic Man

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