Non avremo un governo. E allora?

06 Mar

Marafiki

Dai, fatemi dire la mia sull’orgia di opinioni che in questi giorni scatena l’entusiasmo degli illustri perdigiorno al pari mio.

[Il fatto è che da 36 ore si attendono i risultati delle elezioni in Kenia, e lo spoglio delle schede è solo al 78% in questo momento. Quindi, considerando che Nairobi è immobilizzata, ho tanto tempo a disposizione da spendere in blog giornali e postriboli virtuali varii].

Dunque.
Mi sembra di aver capito che la questione del M5S non ha lasciato indifferente né l’Italia né il mondo.
[E quindi, ha funzionato].

A me viene in mente solo una cosa.
Ed è il profondo senso di disgusto, di disprezzo, di astio che mi fermentava nello stomaco ogni volta che vedevo o ascoltavo o inciampavo nella prosopopea del nulla più assoluto che tanto piaceva ai vecchi faccioni.[“vecchi” non ha un valore anagrafico, ma espressivo. Renzi, per quanto mi riguarda, è vecchio per cosa dice e per come lo dice].

Berlusconi che diceva una cazzata, e tutti gli altri a parlare di “demagogia”, senza considerare che la maggioranza degli italiani non conosce nemmeno il significato di tale termine.
Il faccino di Fassino a dire che il Tav porta posti di lavoro.
E il solo pensare che Fini sia sparito, Rifondazione si è definitivamente estinta, e Casini non apra più bocca ha migliorato moltissimo ogni fase della mia digestione.

Anni, decenni, repubbliche di maschietti arrivisti che, una volta occupata la sedia e incassati i “guarda guarda, quello lì è il parlamentare X!” del popolino, dichiara soddisfatto il suo ego e si dedica alla conservazione dello status quo.
Nessuna fantasia nelle loro proposte, nessun coraggio di migliorare l’esistente tentando soluzioni nuove, nessuna consapevolezza che esplorare panorami inediti può essere molto divertente, oltre che utile.

E va detto che il M5S ha sferzato una mazzata non indifferente a tutta questa gentaglia capace solo di autorappresentarsi, autoriprodursi, automasturbarsi.
Non solo ai politici: anche a te, che fanciullescamente credi che sia sufficiente votare i più buoni, votare il meno peggio, per dare forma a una società sessualmente attiva.
Anche a te che credi che sia sufficiente votare, votare, dico, in un momento di consapevolezza storica in cui i limiti di ogni struttura di potere sono sotto gli occhi di tutti.

Il processo democratico rappresentativo, visto da Nairobi, appare nella sua eloquenza.
Un imbecille tra gli altri grida sorride abbraccia i bambini dichiara che gli altri puzzano e il resto del popolo brandisce al vento bandierine e gridolini di giubilo.
Uno vince, l’altro perde, il popolo ride o si affligge a seconda della disposizione, poi i ricchi tornano dietro i loro recinti, i poveri nelle baraccopoli, e nulla cambia.

E allora perché non provare a fare evolvere questo sistema infantile, perché non tentare soluzioni alternative? Il sistema di intelligenza collettiva che propone Grillo – lo propone dal 2005, ricordo di averlo sentito in un dicembre a Cuneo – non sarà sicuramente perfetto, ma per lo meno offre uno stimolo su cui ragionare.

Resta il fatto che i dubbi non mancano, soprattutto sulla competenza e l’inettitudine di per un motivo o per l’altro scelga di impegnarsi in prima linea. Riconoscersi onesti non basta, dichiararsi “portavoce” non cambia. Se qualcuno dovrà scrivere le linee guida per l’agricoltura, gradirei almeno che provenisse da un percorso di formazione di coscienza sul tema. L’amico Antanas, in Colombia, ha scelto i migliori accademici in ogni specifica disciplina, per governare. Un ladro mi sta sinceramente antipatico, ma un inetto con velleità di comando proprio non lo sopporto.

Perchè altrimenti il rischio è quello di ritrovarci tutti in una battuta letta su Spinoza.

“Dice che porterà in parlamento normali cittadini”.
“Ah. Non vedo perchè la cosa potrebbe tranquillizzarmi”.

4 Responses

  1. Vera ha detto:

    concordo con te sul fatto che il MoVimento 5 Stelle ha dato una bella scossa alla politica italiana ma ora, dopo che il movimento ha preso il 25% alle elezioni, forse sarebbe ora che la smettesse di fare campagna elettorale ed iniziasse a fare qualcosa. Non ho votato 5 stelle ma, ammetto, ero curiosa di vedere cosa avrebbe fatto una volta arrivato in parlamento.
    Ero curiosa, attualmente sono inorridita, domani chissà.
    Perché mi può anche piacere il discorso “mandiamo via i politici di professione” ma sostituirli con i dilettanti allo sbaraglio non mi sembra una soluzione.
    Quando sento, ad esempio, Paolo Bernini che dice cose tipo: “Ho visto Zeigsteig e mi ha aperto gli occhi sul fatto che i media non danno solo le notizie ma influenzano le persone”, francamente mi cadono le braccia…
    Non so, vedremo che succede ma al momento sono piuttosto disillusa da questa tanto annunciata “rivoluzione”…

  2. Elisabetta ha detto:

    Condivido tutto, a parte il pezzo in cui critichi la scelta di un cittadino di votare il “meno peggio”. Il voto è, attualmente, l’unico strumento in mano alla società civile (a parte istituzioni come il TAR che il più delle volte sono completamente inefficienti) per prendere una decisione e destituire un governo che non rispecchia più il volere del popolo. Allora, se rinunciamo a questo unica possibilità, cosa ci rimane? Tanti sono i movimenti che si astengono al voto durante le elezioni, ma hanno mai portato a una svolta? Per una persona che decide di non votare ce ne sono almeno mille che lo fanno. A mio avviso, purtroppo, se tra due candidati non c’è quello che rispecchia pienamente il mio credo, scelgo il meno peggio, per non lasciare che il peggio venga eletto.
    P.S. Non sono in Italia, ma avrei votato Grillo, che on è il meno peggio ma, secondo me, un’alternativa valida in questo momento, almeno d sperimentare.

  3. Baltic Man ha detto:

    Vera. prendiamo il lato positivo e accontentiamoci di quello: adesso in parlamento c’è qualcuno che ha visto Zeitgeist. Che è già qualcosa.

    Eli: nemmeno io credo che la soluzione sia non votare.
    Se il sistema funziona così e questo “così” prevede il voto, tanto vale fare la nostra parte.

    Però francamente incomincio a credere che questo sistema di rappresentanza stia abbastanza stretta, nell’epoca attuale – e ancora di più in quella futura.
    Come ha scritto Riccardo Rita in uno dei link che ho postato, “la mia opinione è che tra cinquanta o sessant’anni i nostri nipoti penseranno della democrazia rappresentativa più o meno quello che noi oggi pensiamo della monarchia assoluta: una barbarie del passato.”

    E condivido pienamente.

    Per quanto mi riguarda, non vedo nemmeno il bisogno di un governo.
    Il sogno utopico di una società adulta fatta di gente responsabile non prevede un’istituzione così antica, che legiferi perfino su quale formaggio abbia senso o non abbia senso mangiare.
    Servono amministratori, quelli sì, ma magari un giorno del governo ne potremo anche fare a meno.

    Certo è che quel giorno appare ancora molto, molto lontano.

  4. Comunicato Stampa ha detto:

    Ottimo post, il tuo sito è tra quelli da leggere ogni giorno nel settore,
    sempre trovate e spunti da sottoscrivere, ciao Maddalena

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