…quand j’étais grand

12 Mag

Left

Fili d’erba sulla pelle.
Guarda il disegno, osserva la trama.
Piccole filature che rompono di giallo il verde.

Guarda il disegno, osserva la trama:
tra poche settimane questo fieno non ci sarà più.

Guarda il disegno, osserva la trama:
sono passato di lì l’altro giorno, e tutto era ancora terra e solo terra.

Quanto tempo è passato dall’ultima volta in cui ho sentito la tua voce?
Tu adesso sei terra viva, dentro di te crescono fili d’erba,
piccole striature che colorano di giallo il verde.
Tu adesso sei primavera.

L’ultima volta in cui ho sentito la tua voce
parlava di fallimenti e insensibilità,
di giochi d’azzardo e scarsa responsabilità,
era uno sguardo ferito di sincera pietà.
Parlava di me, ma era un’altra lingua,
una lingua straniera, e non sempre capivo tutto.

E allora, quanto tempo è passato?
Anche l’ultima volta, poco prima dell’ultima volta,
siam passati di qua.
Guidavamo di notte ascoltando De André
e io ti traducevo ogni canzone in quella lingua che non ci apparteneva
e chissà se capivi, se capivi tutto.

Quindi, la tua voce. E questi fili d’erba.
Chissà se erano già qui, in quelle notti di tanti anni fa.
O forse sono le parole che mi dici in questo telefono,
che creano e ridisegnano la sostanza delle forme,
che scrivono una storia ancora troppo grande da capire.

Chissà se un giorno racconterai a tuo figlio di noi.

Leave a Reply

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


Ricerca personalizzata