Sento le dita che scivolano e stringono, la materia che diventa trasparente.
Uno stesso suono impregna l’aria. Un’eco di qualcosa che ancora deve accadere, eppure già svanisce.
Un’eco di qualcosa che sta accadendo, si diluisce.
Nel paese da cui provengo, vivo e mi nutro di vicinanza come di lontananza.
E’ una terra senza appigli, nemmeno le rondini posano i loro piedi sui rami dei nostri alberi.
E’ un mare di sassi e scogli, tappeto di roccia sotto la consistenza liquida.
Il morso del desiderio
la carne che brucia
il cervello che si bagna di adrenalina
per difendersi dalle forme che lo assalgono.
Dove sei, in tutto questo?
In tutto questo, dove sei?
Nello spazio concreto del mio volerti.
Sei un pensiero, un’idea, una domanda, sei l’immagine racchiusa in un fascio di luce.
Da lontano io ti attraverso e ti sto dentro.
Da lontano copri il mio corpo e mi travolgi.
Al paese verso cui sto volgendo,
si vive di lontananza come di vicinanza.
I frutti della terra devono il loro sapore all’amaro in bocca di chi li coglie
anche l’acqua riporta il sapore di quel che non c’è.
Vado lì, lontano, per non smettere di essere.
E se tutto sarà un’illusione
[in-ludo]
allora saremo rimasti autentici.
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