Si poteva solamente lavorare a mani nude.
C’era un operaio addetto al trasporto dell’acqua, arrivava con un secchio di latta, noi ci mettevamo in fila, e uno dietro l’altro nel secchio ci lavavamo le mani.
Quando l’acqua diventava arancione, l’operaio addetto al secchio svuotava a mare, e tornava con acqua pulita.
Nemmeno nelle autovetture si stava meglio.
Si entrava, ci si metteva in coda, e uno dietro l’altro respiravamo il nostro stesso gas di scarico.
Dopo un po’ ci stancavamo di tutte quelle manovre, e c’era chi spostava le automobili a mano, con il motore spento.
LÃ dentro, poi, si soffriva di claustrofobia.
Non tutti sopportavano la pressione di sei pareti così vicine.
A quel punto si iniziava a sudare.
La pelle espelleva l’agitazione in eccesso, e in un attimo era l’inferno.
Il sudore diventava una colla, un richiamo liquido per ogni impurità .
Ci si voleva lavare, ma l’acqua nel secchio di latta era arancione, l’acqua pulita era quella del mare.
E oggi?
Guardo un aereo e mi sembra già vecchio.
Massa, materia, combustione, forza d’inerzia. Concetti da secolo scorso, concetti di fumo e petrolio.
Penso a quell’uomo rimasto immobile, perso nell’altrove.
Si tratta di spostare i corpi, o di muovere le prospettive?