Nella bella letteratura, purtroppo, nulla è così difficile da descrivere come un uomo che pensa

25 Mag

Per riuscire a varcare porte aperte, si deve badare al fatto che gli stipiti sono duri: questo principio che il vecchio professore aveva seguito per tutta la vita, è semplicemente un postulato del senso di realtà. […] Chi lo possiede, non dice ad esempio “qui è accaduto, accadrà, o deve accadere questo o quello”, ma dirà: “qui potrebbe, o dovrebbe accadere questo o quello”; e se di qualcosa gli si spiega che è come è, allora penserà: “Certo ,ma potrebbe anche essere diversamente”.

Tutte le possibilità lo attraevano, ma qualcosa di più forte di quell’attrazione gli impediva di coglierle. Perché viveva quindi in modo così irrisoluto e confuso? Di certo, si disse, quello che lo legava a una forma di esistenza solitaria e anonima non era altro che l’impulso coattivo a scomporre e ricomporre la realtà.

Lo spirito non riconosce nulla di illecito e nulla di lecito, poiché tutto può avere una qualità che lo inserisca un giorno in un nuovo grande contesto. Lo spirito è così il grande creatore di alternative, ma di per sé è inafferrabile e si potrebbe quasi credere che sia capace solo di distruzione. Ogni progresso è una conquista nel particolare e una scissione nell’insieme; è un aumento di potenza che sfocia in un progressivo indebolimento, e non v’è rimedio.

Secondo tradizioni attendibili, nel corso del XVI secolo, che è stato un periodo di fermento spirituale estremamente intenso, si incominciò a non cercare più di indagare i segreti della natura, come era accaduto fino a quel momento in due millenni di speculazione religiosa e filosofica, ma ci si accontentò di studiare la superficie in un modo che non si può definire altrimenti che superficiale. Ma se consideriamo quali sono le qualità che conducono alle scoperte, troveremo libertà dagli scrupoli e dalle inibizioni consuete, coraggio e altrettanta intraprendenza, voglia di distruggere, capacità di prescindere da considerazioni morali, un mercanteggiare paziente per il minimo vantaggio, la caparbia attesa, se necessario, che si avveri lo scopo, e il culto della misura e del numero, che è la più calzante espressione della diffidenza nei confronti di tutto ciò che non è sicuro; in altre parole, non troveremo altro che gli antichi vizi dei cacciatori, dei soldati e dei mercanti, semplicemente trasferiti qui sul piano intellettuale, e convertiti in virtù.

Le parole saltano da un albero all’altro come scimmie. Tra poco sarò fuori, e dal mio ruolo tanto importante avrò detto appena: “I cavalli sono sellati”. Andate tutti al diavolo!
Abbiamo conquistato la realtà e perduto il sogno.

Liberamente tratto da L’uomo senza qualità, capolavoro di Robert Musil

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Diary of a Baltic Man

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