Archive for febbraio, 2015

Kitgum


25 Feb

Qui
non ci sono elementi di ieri a cui aggrapparsi
non ci sono parole,
borse di plastica riposano al sole.
Pensieri a cui afferrarsi, restare impigliati
qui tutti i peccati sono già stati compiuti.

Coda di lucertola gialla sonnecchia nel sole
borse di plastica contengono parole.
Qui tutto è familiare, tutto è forestiero
ecco tuo fratello:
oggi è africano, è nero.

Kothbiro. Pioggia.


15 Feb

Do you hear me?
The rain is coming.
Bring the cattle back home.
What is the matter with these kids.
Why are you behaving this way?
It`s going to rain,
bring the cattle back home.

It`s going to rain,
bring the cattle back home.

Kenya ISO 125, Æ’/5.6, zoom 28-105


12 Feb

…parlavano di un tempo lontano, insegne verdi Fujifilm sbiadite, hotel di periferia da decenni abbandonati, e poi fumo di diesel, contachilometri ormai milionari, pezzi d’acciaio messi insieme da chissà chi. Era il suono di dialetti in continua mutazione, parole fluide e sottili, impercettibili influenze arabe, vaghi ricordi di commercianti stranieri. I cartelli lungo la strada erano in inglese, e spesso la ruggine o il sole avevano cancellato una H, o reso rosa il rosso sangue della coca-cola. Le donne portavano grosse ceste sulla testa, proprio come nello stereotipo, come nella fantasia. Le vacche e le capre si mischiavano con gli uomini e i minivan, ma sembrava tutta una sola famiglia, sembrava il cosiddetto pattern di un unico, grande paesaggio. C’erano gli artigiani del legno, c’erano i fabbricanti di bare, c’erano meccanici e panettieri, c’erano i benzinai. I poliziotti avevano camicie blu e un kalashnikov a tracolla. Fissandoli in controluce, il metallo rifletteva la luce del sole, e uomo e fucile diventavano un’unica, tranquillizzante silhouette. Le insegne dei negozi erano disegnate a mano, e parevano libri inconsueti che raccontavano storie infinite, vite complete, giornate degne di essere vissute. Ovunque c’era un colore vivo e pesante, una patina concreta che si incollava sulle cose. La complessità degli elementi imponeva un assoluto distacco, un senso di impotenza che rendeva tutto ancora più vivo e vicino.

La strada proseguiva come una striscia d’argento, e nell’obiettivo della macchina fotografica, diventava una bugia.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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