African cities

30 Mar

Le reti alle finestre. I suoni di clacson per strada. Lamiere grigie sui tetti delle case. La domenica strade deserta, canti e tamburi in prossimità delle chiese. Venditrici di banana per strade. Donne ovunque, con qualcosa in equilibrio sulla testa. Una capra che si fa largo tra plastica e cemento. Cibi fritti, cibi freddi, cibi caldi. Mangiare con le mani un po’ dappertutto. Odore di gasolio bruciato da motori non catalitici. Le strade bloccate dal traffico alle 6 del pomeriggio. Insegne colorate, piene di dettagli e dense di scritte. Giardini tropicali protetti da filo spinato. Persone sedute ovunque, con il telefonino in mano e due cuffie nelle orecchie. Strade di terra rossa e strade d’asfalto, i segni della pioggia che rimangono impressi per mesi. Capitali finanziarie, centri industriali, mercati provinciali, capoluoghi regionali di popoli diversi. Le città d’Africa nella loro struttura si somigliano tutte. Quel che nascondono, inizia più in là.

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Diary of a Baltic Man

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