Al destino

21 Giu

Schermata 2012-10-20 a 02.34.08

Si muoveva sui treni fra voci e città
tra lembi di grigio e località
rispecchiandosi nelle pagine dei libri leggeva che la paura degli altri
“la paura degli altri è paura di se stessi”.

“Asfaltano le strade per lavar via il sangue degli investiti”, diceva C. sul sedile lì accanto, e la città si presentava a frammenti e si presentava a momenti e tutto diventava parte di un unico archivio.

Era un ticchettio di tasti e di dita sulla plastica
era qualcuno che aveva qualcosa da dire,
e lui si fermava ad ascoltare.

Là intorno si spiegava un’epoca e si spiegavano tutte le epoche
come un ventaglio al vento, e si innalzava,
e volava.

Le pietre nei muri raccontavano storie che non raccontavano,
le conservavano nascoste,
sommerse per sempre nella storia delle storie.

Si spostavano i continenti, si spostavano le lingue, ci si allontanava dalla terra, ci si avvicinava sempre più.

Le parole non bastavano e le parole non servivano e qualcuno le metteva lì in ordine e qualcun altro le abbatteva, e il risultato finale è che c’erano parole  che prima non esistevano, adesso erano lì e tutte insieme e formavano un muro. Qualcuno ci si riparava contro, altri semplicemente lo ignoravano. I ragazzini costruivano scale per saltare di là.

“Non serve nient’altro che una birra fresca”, disse C.
“Una birra fresca, dopodiché sarò pronto per partire”.

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Diary of a Baltic Man

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