Voglio una lesbica come presidente.
Voglio uno con l’aids come presidente e voglio un frocio come vice-presidente
e voglio qualcuno senza assicurazione per le malattie
e voglio qualcuno cresciuto in un posto dove la terra è così zeppa di rifiuti tossici
che non ha avuto scampo dalla leucemia.
Voglio un presidente che abbia abortito a sedici anni
e voglio un candidato che non sia il minore tra due mali
e voglio un presidente a cui l’aids ha portato via l’ultimo amore
e che rivede ancora tutto questo ogni volta che si stende a riposare,
che abbia tenuto il suo amore tra le braccia sapendo che stava morendo.
Voglio un presidente senza aria condizionata,
un presidente che abbia fatto la fila in clinica, alla motorizzazione, all’assistenza sociale,
e che sia stato disoccupato e licenziato e molestato sessualmente e attaccato perché gay ed espulso.
Voglio qualcuno che ha passato una notte tra le tombe e a cui abbiano bruciato una croce in giardino
e che sia sopravvissuto a uno stupro.
Voglio qualcuno che è stato innamorato e poi ferito, che rispetta i sessi,
che abbia fatto errori e ne abbia tratto una lezione.
Voglio una donna Nera come presidente.
Voglio qualcuno che ha i denti guasti e se la tira, qualcuno che ha mangiato quello schifo di cibo all’ospedale,
qualcuno che si traveste e si è drogato ed è stato in terapia.
Voglio qualcuno che ha disobbedito.
E voglio sapere perché tutto questo non è possibile.
Voglio sapere perché a un certo punto abbiamo cominciato a credere che un presidente è sempre un buffone:
sempre il cliente e mai la puttana.
Sempre capo e mai lavoratore, sempre bugiardo, sempre ladro e mai beccato.
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