Un personaggio sintetico si muove in un mondo reale.
Possiamo farlo correre, decidere che salti di fronte a un ostacolo sul cammino, possiamo immaginare che si fermi ad osservare quel che lo circonda.
Lo spazio che attraversa è frutto della sua esperienza, i diversi sentieri iniziano a ramificarsi mentre la storia scorre sotto i suoi piedi.
Possiamo decidere tutto di lui.
Il colore dei suoi capelli, la nobiltà della sua missione, il suo ruolo in questo mondo. Possiamo decidere tutto.
“Quanta autonomia permettere all’utente, in un universo narrativo altro?â€
E dove muoiono, in quel mondo, le vittime che lasceremo sul terreno?
Immaginatevi di essere collegati a sensori di emozioni, di frequenze cardiache, di impercettibili sudorazioni incontrollate, e comunque lì, a piantare nella pelle il freddo.
Saranno le nostre emozioni a segnare il cammino. Il nostro inconscio a scegliere tra diversi finali.
E forse qualcun altro, là dietro, studierà il nostro cammino a sua volta, registrando ogni risposta.
“Possiamo decidere tutto di luiâ€.
Il linguaggio, diceva Borges,
“Il linguaggio è un’altra cosaâ€.