Il professore scrive con inchiostro rosso. In corsivo. Dice che dovrebbero proibire la bellezza, e che nei suoi sogni ha visto ragazzine ferirsi in faccia per essere meno belle. Dice che le critiche fanno crescere. Dice che suo padre creava piccoli prototipi dell’origine dell’universo e che li appendeva sulla testiera del letto. Dice che crede nella forza della vulnerabilità . Dice che dovrebbe esserci un nome per le persone che hanno condiviso lo stesso partner. Dice che gli uomini possono aggredire con la forza o con il patrimonio, mentre le donne invece lo fanno attraverso la distruzione dei rapporti sociali. Dice che sua madre è la sua forza. E sa, senza dirlo, che è la donna della sua vita. Dice che un filosofo spagnolo di cui non vuole ricordarsi il nome gli ha suggerito che la forma di amore più puro è la compassione, ma che con la compassione non è mai andato troppo lontano con le ragazze. Che ha finito per diventare lo psichiatra del suo psichiatra. E abbiamo riso dei portfolio e delle lettere di raccomandazione. Dice che esistono due modi di ingannare la morte, una con il lavoro, l’altra con l’affetto. Dice di aver relativizzato la sua opinione sul consumismo quando ha iniziato a capire che le cose che la gente colleziona sono come lettere dell’alfabeto. Si rende conto di aver perso gli occhiali per vedere lontano, e allo stesso tempo sa che il 95% delle cose che dice parlano di lui, e questo gli pare una metafora perfetta. Molte sono state le lezioni, e poco quel che ho scritto. Spero che la mia testa da qualche parte abbia registrato tutto. Mi fido di lei.
Lituania – Bogotà // Agosto 016 – Ottobre 017
Testo originale by Xeh su Xehismo.
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