She. brings. the. rain.

18 Apr

 

Ma non state chiusi nella stream-life, voi?
No. Noi pensiamo al dopo.

E dove state andando?
Verso quelle fasce lassù in alto.
Abbiamo acceso il fuoco ieri sera, e oggi abbiamo visto il pennacchio di fumo.
Vogliamo controllare che sia spento, e se non è spento, gli soffieremo addosso, per fare in modo che bruci di nuovo.

Portavano un rastrello, una mochila a tracolla e un libro e una bottiglia.
Il libro era Le Mille e una Notte, autore sconosciuto.
La bottiglia aveva un’etichetta che diceva Shahrazād, e sembrava un nome adatto per un buon vino e per quella situazione, anche se poi in fondo nessuno aveva detto che si trattasse di vino, né aveva specificato di quale situazione si trattasse.

Narrazione, esecuzione, racconto transmediale.
Diversi linguaggi confluiscono in un solo discorso.
Lui quel giorno ha toccato, lui quel giorno ha capito.

Alcuni,
altri,
vogliono toccare ancora.
Alcuni vogliono toccare di nuovo.

Fontane solitarie a pieno regime nei vecchi borghi.
I ciliegi in fiore lungo la valle, un qualcosa che accade solo in questo luogo del mondo e in questo tempo dell’anno.
I ciliegi in fiore quando tutti gli altri alberi ancora dormono.
I ciliegi sono tanti, macchiano di bianco tutta la valle, ed è un bianco che vola nell’aria, bianco fatto a pezzi leggeri che sembrano neve, ma l’aria è tiepida e c’è il sole e quei petali cadono sul verde intenso della primavera.

Non stiamo chiusi in gabbia, noi.
Noi pensiamo al dopo.

Non ha nemmeno senso rispondere a una domanda mal posta.
Molti problemi succedono per sbaglio.
Molti problemi accadono perché la gente si agita.

Avresti mai pensato a questo, al sabotaggio del linguaggio?
Di fronte a questo momento non ci sarebbe nulla da dire.
Stiamo andando con un rastrello, nella luce del tramonto, a controllare che il mucchio di foglie e di residui bruci fino in fondo.

Abbiamo pettinato tutto il bosco nel frattempo. Abbiamo accarezzato il verde.
Hai presente quel che accade quando senti le dita di qualcuno in mezzo al pelo?
La peluria del collo e della tempia, che assomiglia all’erba nuova di primavera.
Allora chiudi gli occhi e respiri, perché finalmente c’è qualcuno che ti cerca.

Dita leggere che ti fanno dormire.
Ti fanno dormire e ti svegliano.
Oggi abbiamo accarezzato anche il bosco.
Oggi finalmente abbiamo scritto qualcosa, nel caso ci fosse qualcuno, là dietro, che legge.

“Molti problemi sono falsi problemi, ed esistono solo perché la domanda è sbagliata”.
L’hai detto al poliziotto vestito da poliziotto in pensione giù in basso. Fumava cicche sul balcone e rilevava la temperatura del contagio sull’app.
A questo si è ridotta la gente, a concentrarsi nell’altro per tenere asettico il proprio spazio vitale.
Ma tutta quella gente in così poco spazio genera inevitabilmente una quantità spropositata di soggetti ‘altri’, e allora non c’è soluzione al problema, “la soluzione è complicata ma è al vaglio dei tecnici”.

Nel pensare a questo, si perderanno il discorso dei ciliegi in fiore.
“Non c’è soluzione perché non esiste il problema”.
Un messaggio di errore, l’invasione degli hacker sull’app.

Non guardate noi, che stiamo andando verso il fuoco e non diamo fastidio a nessuno.
Soffieremo sulla cenere che sarà lì che ci aspetta, affascinati da un qualcosa che rimane nascosta ma continua a bruciare.
Non si tratta del virus, non preoccupatevi, rimanete tranquilli: il virus ha bisogno di corpi per espandersi ed estendersi.
E qui non ci sono corpi. Non ci sono corpi in giro. Ne rimane solo l’idea.

Dobbiamo finire il lavoro perché sabato arriverà la pioggia.
L’ha detto il meteo, l’hai detto tu.
Se arriverà la pioggia sarà bel segno e dormiremo.
Sarà contento anche il bosco, libero nella pioggia,
libero anche di noi.

[foto di simone rossi. testo del baltic man. tutti i diritti al rovescio].

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Diary of a Baltic Man

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