Archive for maggio, 2020

Post-punk Dilemma


27 Mag


 

Butta la buta
Buttalabuta
Getta via la bottiglia,
Smetti di bere.

Stop Drinking.

Butta la buta
La buta non è il cammino, compagno di strada
Buttalabuta che non serve più a niente
Butta la buta,
il vento ci sente.

“Non butto la buta perché là dentro c’è il mare”,
dice el viajero mentre è seduto e guarda il sole
Non buttolabuta, non è cosa da buttare
Non butto la buta perché dopodomani tornerà la carestia
la notte si farà lunga, e allora la buta potrà servire.

Buttalabuttala buta la buta.
Rotolano le pietre sulla Valle dell’Inferno.
Sono i camosci, cercano il sale sulle rocce del mare.

È un mare glaciale,
che conserva il ritorno di qualcosa di grandioso,
qualcosa che rimane.

Butta la buta e buttati tutta
c’è riparo e c’è posto per tutti lì sotto
buttalabuta la buta la buta
c’è posto per tutti, c’è posto per noi.

-ora


15 Mag

La definizione del concetto di tempo viene dallo spazio.
Orizzonte” deriva da ORA, che è maniera antica di chiamare le stagioni
un qualcosa delimitato da Inizio e da Fine
e infatti anche òros vuole dire ‘confine‘.

Viene dunque dallo spazio questo concetto di tempo
e se ci pensi la faccenda ha senso perché camminando per il mondo quel che vedi al mattino
(l’orizzonte laggiù in fondo)
è quel che darà una misura al tuo giorno.

Immuni


06 Mag

The story of the world is written by light

Abbiamo incontrato un tale, lassù.
Diceva che in fondo le cose potrebbero tranquillamente rimanere così.
Nessuna costrizione all’orizzonte.
‘Non posso, non voglio, non devo’.

Nessuna scusa.
Affinché le cose rimangano così, non si può più scendere a compromessi.
Non potrai più dire ‘sì’ a ogni proposta idiota.
Non vorrai più ritrovarti a dire che non è servito niente.
Non dovrai più giustificare nulla.

Non posso,
non voglio,
non devo.

Quel tipo diceva che è il momento giusto per dire basta alle occupazioni inutili.
[Diceva così, ‘occupazioni’, e intendeva marcare una netta differenza con il concetto di ‘mestiere’].
Si potrà dire che non servono a nulla i corsi di sicurezza, oggi che i corsi di sicurezza li fanno sul videocitofono?
Quel tipo diceva che avrebbe pagato volentieri 5.000 dollari per un corso di sicurezza in cui ti insegnano, quantomeno, ad eseguire un massaggio cardiaco. A conoscere lo shock anafilattico, a salvare una vita.
E invece niente. 5.000 dollari buttati nel cesso, a ingrassare un sistema fondato sul nulla.

‘È questo che mi dava fastidio in quelle robe’, diceva il tipo.
‘Il fatto di vederli mendicare, per sopravvivere, il tempo degli altri. Io l’avrei bevuto volentieri un bicchiere di whisky con quel tipo dei corsi di sicurezza, che aveva una brava moglie e forse anche due bambini simpatici, e gliel’avrei offerto io. Ma il fatto di presentarsi così, “ti serve il corso di sicurezza per fare il tuo mestiere”, capisci che è umiliante un po’ per tutti, e principalmente per lui’?

Ben venga il distanziamento sociale, una certa consequenzialità nella gestione degli spazi.
Quel tipo lo diceva in un prato di genzianelle, che per la prima volta erano tornate a fiorire.
Negli anni scorsi le portavano via i predoni del nulla.
‘Quella gente che dice “un modo come un altro per passare la domenica”, ha detto il cowboy su sul colle, sdraiato nel suo prato di genziane,
quella gente che dice “un modo come un altro per passare la domenica”, non merita più nulla.

Anche quel tipo sul colle avrebbe potuto diventare un esperto di corsi di sicurezza, e invece si gode la primavera.

Non è questione di fortuna, ragazzi, o per lo meno: non solo.
‘Io non prego dio’, ha detto fiutando l’ultima presa di tabacco.
‘Io non prego dio: io a dio gli parlo’.

Gli dico, le dico
[perché forse dio è femmina]
che anche oggi ho fatto il mio lavoro, o per lo meno quel poco che ho ritenuto giusto.
E che adesso tocca a lei,
unknown god of ours
portare avanti questo viaggio nel destino
sospingerci nel vento,
mantenere lieve il cammino.

a-pietro


01 Mag

Le stesse critiche, se non più aspre, ritornarono poi in occasione della prima de L’uomo di paglia, dove il protagonista, sempre un operaio, viveva addirittura un classico dramma borghese che non poteva appartenergli. Scriveva Umberto Barbaro: «Cari amici, a me questi operai di Germi che si comportano senza intelligenza e senza volontà, senza coscienza di classe e senza solidarietà umana – metodici e abitudinari come piccoli borghesi – la cui socialità si esaurisce in partite di caccia domenicali o davanti ai tavoli delle osterie – che non hanno né brio né slanci, sempre musoni e disappetenti, persino nelle cose dell’amore – che ora fanno i crumiri e ora inguaiano qualche brava ragazza, spingendola al suicidio – e poi piangono lacrime di coccodrillo, con le mogli e dentro chiese e sagrestie – questi operai di celluloide, che, se fossero di carne e ossa, voterebbero per i socialdemocratici e ne approverebbero le alleanze, fino all’estrema destra, non solo sembrano caricature calunniose ma mi urtano maledettamente i nervi».

da wikipedia

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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