Il signor Merlano

31 Gen

Il signor Merlano teneva accesa la linea del confine. Passava la cera tutte le notti, si occupava di sostituire, ogni volta, le lampadine. Non ci sono altri che lo possano fare, era solito dire il signor Merlano, ed alludeva allo spazzar di scopa così preciso sull’asfalto, alla linea sottile della polvere pettinata, all’odore di pulito che il suo passaggio lasciava su quella striscia di mondo. Dev’esser così avere una casa, pensava allora il signor Merlano, e quando iniziava a pensare a una casa ci metteva dentro una candela, una finestra accesa sul dentro, sensazione di caldo nella pianta dei piedi. Non si azzardava a metterci dentro una donna, il signor Merlano. Sapeva che le donne hanno i superpoteri e non c’è niente da fare contro i superpoteri, così le donne non servono e le donne non bastano e il signor Merlano diceva tutto questo e sapeva di mentire. Ma aveva bisogno di una bugia, aveva bisogno di quella bugia, per autoassolversi dalla colpa ingrata di non aver ascoltato tutte le sirene dell’apocalisse.
Spazzolava la linea del confine, il signor Merlano, e mentre spazzava la linea teneva insieme la notte, rimetteva in ordine il mondo, ripuliva lo spazio per un’altra contesa, un altro giorno sul pianeta, un altro giro sulla giostra.

viola. giorni della merla zeroventitre

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Diary of a Baltic Man

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