Archive for giugno, 2024

Controcorrente


06 Giu

Ma se c’è una destra che celebra il fascismo
che inneggia alla Decima Mas come altri inneggiano al mito di altre rivoluzioni sbagliate,
vissute sempre sulla pelle degli altri,
mai incarnarte

se c’è una destra di eroi da francobollo dal lato opposto della storia
una destra antiabortista che però taglia i posti negli asili nido nei paesi
se c’è una razza di italiani tutta nuova,
che non ha conosciuto le montagne
che non ha fatto i Partigiani

se c’è una destra tutta di slogan e vuoto,
come di slogan e vuoti è stata la sinistra
e una fiamma tricolore che è in parlamento dal 1947,
è perché evidentemente quella fiamma non si è mai spenta

e piace agli italiani
creduloni affabulati, sempre alla mercé di eroi romantici
puttanieri e benpensanti,
sempre lì a baciar la mano di dio, del padrone, di tutti i santi

se c’è una destra sovranista che non conosce più la terra di cui è sovrana
una destra antifascista, che va a prendere gli altri a mazzate
perché non arrendersi all’evidenza, e lasciar che scorrano i fatti?

Avremo discorsi capovolti, come capovolta è sempre la realtà.
Italiani delatori del vicino di casa, come forse è successo già.
La memoria cancellata dalla storia, offuscata da tutti gli -ismi e dalle simbologie

e un’Italia che cola a picco trascinata via dalla corrente
mentre fuori piove e tutto frana
e chiamano i soccorsi ma nessuno risponde
impegnati nei dibattiti e nelle ideologie.

Alle sorgenti del Tanaro


03 Giu
Non è facile trovare, nella cosiddetta “saggistica locale”, una pubblicazione articolata completa scorrevole che si muova su discipline diverse pur mantenendo ferma e coerente la prospettiva di sguardo.
“Alle sorgenti del Tanaro”, di Roberto Moriani, pubblicato dal sempre ottimo Fusta Editore, invece è un capolavoro. Il libro esplora lo spazio reale e immaginario di quella terra fuori da ogni mappa che sta ai margini tra la zona Brigasca, la val Tanaro e la Liguria Alpina, affondando le sue radici nella toponomastica (“le Viozene” e non “Viozene”) e scrutando nei dettagli e nell’insieme l’eredità di un sistema culturale meraviglioso e unico.
Tutto questo forse è reso più semplice dalla conformazione stessa di quei luoghi, luoghi di frontiera e di transizione, di passaggio e di incontro, luoghi rimasti sempre ai margini dei vari sistemi di potere, con le loro brame totalizzanti. Ma l’autore, portando alla luce la lunghissima catena di eventi che dalla preistoria definisce il panorama odierno, ricostruisce, intatta, una dimensione evocativa e magica che rimane evocativa e magica anche quando è puramente materialistica.

Scopriamo così quel che già si intuiva, e cioè che nelle lunghissime traiettorie di passaggio sulle Alpi Liguri si nascondono dinamiche ben più ampie rispetto alla semplice scala locale. Sistemi di vita e di pensiero all’interno dei quali la modernità è solo un trascurabile intoppo. Basti pensare al termine “Fea”, pecora, dal gotico “Faihu”, che significa ricchezza mobile, denaro, mezzo di pagamento. Oppure ai miti fondativi dei paesi nella Tanaria brigasca, che spesso riconducono a capostipiti femminili, donne invincibili sopravvissute all’inverno.

Tutto questo ovviamente è sparito per sempre, o forse rimane nascoso tra le arme, le fuùzë, le caranche, le bandìe. Il lavoro di Moriani, che è etnografico, storico, cartografico, letterario e anche illustrativo, ha l’enorme merito di tramandarlo nel tempo. Come un ulteriore passaggio sugli antichi ponti, come un rattoppo su un muro che forse cade o forse non cade, come il tassello di un’enciclopedia.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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