Archive for the ‘Realtà virtuale’ Category

Facebook – hai una richiesta di amicizia


02 Feb

 

Semari Vundo vuole stringere amicizia con te.

clic.

Accetti?

clic.

Ora tu e Semari Vundo siete amici.
[dissolvenza]
Conosci Semari anche nella vita privata?

[dissolvenza]
Aiutaci a rispondere a una domanda.

clic.

Grazie per il tuo commento.

 

 

Ora tu e Semari Vundo siete amici.

 

 

Wordless


24 Dic

Una settimana con la tastiera rotta.
L’interazione con il mondo
[l’interazione con questo mondo]
affidata unicamente al mouse.

Ascoltare quel che gli altri hanno da dire,
come un barone decaduto nascosto dietro il vetro della sua finestra,
vedere questi altri dialogare, esprimersi, contorcersi, litigare
e tu, outisider superpartes del linguaggio,
lì a tenerti per te stesso i giudizi morali e ogni commento.

Senza tastiera, con la paranoia della connettività.
S’illumina skype. “Posso parlarti?”
Impossibilità di replica.
Cosa penserà di me?
Cosa penserà di me?
Senza tastiera sei colpevole a prescindere.

Con il mouse puoi navigare, leggere, anche scrivere, lettera per lettera, a copia-incolla.
Puoi dir “mi piace” e puoi anche condividere.
Hai la bocca ma non c’è la lingua, si può aspirare e respirare, ma non parlare,
e neanche leccare.

Senza lettere non puoi spiegare perché vorresti che qualcun altro ascoltasse qualcosa.
E’ un piatto fumante che offri a tutti sulla pubblica tavola,
ma non può competere con qualcun altro che spiegherà meglio.

Senza la possibilità di produrre parole, sei completamente dipendente da quelle degli altri.
Sofferenza atroce.

Salva nelle bozze?


14 Nov

Mentre inseguo e libero il momento, e ti scrivo una mail
– pezzi di adesso che si compongono in forma casuale –
osservo questi pensieri che diventano parole
e si accumulano e si sovrappongono in una massa, qui sopra
che soffoca e schiaccia un flusso autentico
penso a quest’immagine che scorre dal cervello alle mie dita
e la vedo trasformarsi in una genesi di uno e zero
la vedo intrappolata negli spazi asettici di un magazzino digitale
la vedo immortale, resistere alle stagioni, sopravvivere anche a noi
e soprattutto vedo te e forse anche me
in una sera noiosa del tempo futuro
ravanare tra la posta inviata e ritrovare questi pensieri,
che non saranno più materia superiore, pezzi di vento.

Che non saranno più sinceri,
non saranno più questo momento.

Il calendario balinese suddivide il tempo in unità definite non per contarle e sommarle, ma per descriverle e caratterizzarle


09 Set

Vuoi il mondo in dimensione-bottiglia, un giocattolo di fiammiferi e pezzi di stoffa da tirar su sotto la gabbia di un cielo falsamente trasparente – è trasparente solo di notte, e solo in parte. La concezione tantrica dell’universo come forma sintattica, il profumo di merda di vacca a svegliarti al mattino, le posate conservate in un sacchetto di cellophane dove c’è scritto “rispettiamo il pianeta – queste posate sono al 100% biodegradabili”, e la questione ti spaventa, ti spaventa la totale biodegradabilità delle posate e dei tuoi denti, ti spaventa il mattino incipiente a rovinare il profumo di letame di merda di vacca, ti spaventa l’idea di una forma sintattica in una concezione tantrica di universo. Urge riflettere, è tempo di ridimensionarsi, è il momento di esagerare, Mickey e Mallory lì sullo sfondo del desktop – e sembrano la fotografia di te adolescente, una fotografia scattata nel 2003 o 2004 suppergiù, quando c’erano ancora i numerini della data in pixel rosso tatuati nell’angolo in fondo a destra. Sette pannelli aperti su mozilla firefox  13.0, posta in arrivo e un po’ di illusione di attività, la solita finestra biancoblu, una pagina sulla scienza misteriosa dell’i ching, un hotel a Barcellona su http://www.venere.com/it/spagna/barcellona/, una mail di fabrizio che arriverà non appena leggerà questo post, un pdf che non si scarica perché non servirebbe a niente.

Che cos’è la postmodernità? Andare in giro nudo, e non avere freddo. E non avere freddo. E non avere freddo. E non avere freddo.

Costellazione Pepsi


28 Ago

Sta lì, di fronte a una bottiglia di estathé e un liquore aromatico alla menta piperita.
Sulla patina d’estate della pelle sta la luce bianca dello schermo, movimento verticale di una pagina che scorre per inerzia.
Cinque anni di vita sono 57 kb, ti rendi conto?, mi dice.
Poi si sofferma a leggere qualcosa che sta nella parte superiore della barra di scorrimento verticale.
So di cosa si tratta, credo di sapere cosa si tratta, ricordo anche il momento in cui quella mail, l’avevo scritta.
Dall’altra parte della musica c’è la forza che sta sotto questa lirica liquida, un lampo che s’incaglia in fastidiosi sprazzi di realtà.
Le lucky strike ungheresi sulla scrivania, un foglio firmato da un dott. sul pavimento, .
Visti così, tutti insieme, i pensieri si confondono e si sovrappongono. Si sovrappongono i nomi, le epoche storiche, le diacronicità.
Quanto ti fermi, questa volta?
Non risponde.
Come per uno scrupolo tardivo, ridondante e inutile, controlla ancora una volta che il treno sia quello giusto.
E dentro di lei probabilmente sa che è stato quello dell’altra volta ad essere sbagliato. Il treno che l’ha riportata qua.
La vita troppo cara. La coinquilina che si aggira per la stanza, due gatte femmine che si annusano e non si piacciono.
La prima volta che è tornata indietro ha detto che Milano, che l’università, che il traffico, che la gente. Non ha parlato di gelosia, disgusto, invidia, odio, compassione, rabbia. Un qualcosa di amorfo è rimasto lì, incastrato tra le false promesse di quei 57 kb.
Mentre pensa a qualcosa rimane incollata di fronte al monitor. Appartamenti in affitto, zona stazione, bilocale arredato.
E’ a quel punto che capisce che è finita, che c’è un qualcosa di sbagliato nell’intera epoca dei contemporanei suoi, che accontentarsi non basta.
57 kb. Meno di un porno. Molto meno di un porno.

#casachiesafamiglia


27 Ago

[Attenzione: tra pochi giorni, questo blog sarà venduto ai cinesi – è la morte del “Made in Italy”, si sa. C’è crisi.
I nuovi azionisti vogliono dinamismo e vivacità. Ritengono inoltre che la stagnante situazione dei commenti a ogni post allontanino gli investitori. Servono commenti, polemiche, insulti, minacce di morte. Per stimolarli, cosa, meglio di questo post?]

“La prima tappa, critica, del mio percorso, implica una decostruzione dell’ideale ascetico: per fare ciò cercherò di farla finita con i principi della logica della rinuncia, che tradizionalmente mette in relazione desideri e mancanza, definisce la felicità come compiutezza e realizzazione di sé nell’altro, per l’altro e per mezzo dell’altro; eviterò di sottomettermi all’idea che la coppia fusionale rappresenti la formula ideale di questo ipotetico culmine ontologico; cesserò di contrapporre brutalmente anima e corpo, perché questo dualismo, che è diventato una temibile arma da guerra nelle mani degli amatori dell’odio di sé, organizza e legittima una morale moralizzatrice articolata sulla positività dello spirito e la negatività della carne; rinucerò a collegare fino a confonderli amore, procreazione, sessualità, monogamia, fedeltà e coabitazione; rifiuterò l’opzione ebraico- cristiana che mescola femminile, peccato, colpa, colpevolezza ed espiazione; criticherò la collusione fra monoteismo, misoginia e ordine fallocratico; condannerò le tecniche del disprezzo di sé messe in opera dalle ideologie pitagoriche, platoniche e cristiane; seppellirò la famiglia, questa cellula primitiva del politico che su di essa strutturalmente si basa. In tal modo si possono comprendere.e quindi mettere sotto accusa parecchi secoli di ebraismo- cristianesimo.”

Michel Onfray – Teoria del corpo amoroso

Il grande furto


23 Gen

Un filosofo dalla barba lunga l’ha scritto, su qualche rivista, un po’ di tempo fa.

Siamo nel momento chiave di internet, il tutto o niente.

Nel momento in cui, quello che é nato (per sbaglio) come la nuova, grande arma per la rivoluzione delle coscienze, rischia di essere defraudata del suo ruolo.

Se internet diventerá una semplice merce, non sará una merce come tutte le altre. Non é la televisione, non é un comodino, non é nemmeno la radio. Non é niente dotato di uno scopo preciso, “serve per questo e per questo dovrá essere usato”, non dovrebbe esserlo. Internet ha il grande potere della comunicazione multipla e infinita, si prende quel che serve e si dá quel che puó servire a qualcun altro, si “condivide” (to share).

Il potere, quell’entitá amorfa e ben vigile, tutto questo lo sa bene. E oggi tenta di organizzarsi, proprio per impedire questa condivisione, e conservare il vecchio sistema dell’imposizione. Io-dire-cosa-tu-pensare, tu-pensare-cosa-io-dire.

La nostra generazione (la generazione degli anni zero), senza volerlo e senza sceglierlo, si é trovata tra le mani questo grande strumento, se l’é trovata tra le mani ed ha iniziato a usarlo. Il risultato é un vertiginoso aumento di cultura e conoscenza, un repentino aumento della comunicazione tra i popoli, un’umanitá che inizia a dare altri valori al “bene” e al “male”.

Il filosofo dalla barba lunga concludeva con un preoccupato pessimismo. “Non é ancora scritta l’ultima parola”, diceva, “ma i segnali non sono per nulla buoni”. Le mosse dell’fbi, le strette intorno ai siti di vera libertá, il monopolio sempre piú esplicito di pochi grandi colossi della rete che fagocitano ogni buona idea sono qualcosa in piú di quei “segnali”.

L’unica cosa certa, é che indietro non sará possibile tornare.

i-Phone 400000


20 Gen

Si avvicina con sguardo volpino, dieci minuti prima dell’inizio del concerto. Il suo strumento é ancora nella custodia; ha altro a cui pensare. Tra le mani, il suo ultimo gioiello. L’iPhone 400000, ultimo prodigio dei prodigi, sei mesi dopo l’iPhone 399999.
E’ impaziente di mostrarmi le meraviglie dell’aggeggio. Mappa di navigazione stellare, condensatore di ricette giapponesi, connessione satellitare con Marte, l’intera produzione dei Simpson. C’é anche la tavola degli elementi chimici, e vorrei sapere come e perché dovrá mai utilizzare una roba del genere.

Nel corso del concerto, mi rendo conto che non é particolarmente attento allo spartito. Sul leggío c’é l’i-Phone 400000, che emana strane luci dal display. Mi chiedo cosa stia mai combinando, ma ha lo sguardo soddisfatto.

Quando il concerto é finito, si avvicina con la stessa eccitazione di due ore prima. Abbandona lo strumento vicino al termosifone, incurante della folla distratta. La sua mano destra, eretta, mi mostra l’i-Phone 400000 in tutto il suo splendore. Con uno sguardo di assenso, preme play e fa partire un rumore agghiacciante, come il suono di una motosega nel traffico di Bombay. E’ la sua registrazione, in presa diretta, del concerto appena concluso.

“Sai cos’é il bello di tutto questo?”, mi confida, prima di andarsene. “Il bello é che lo puoi caricare subito su internet, quasi come fosse in tempo reale”.

NoiAltri


27 Dic

[Guarda questa gente. Automati dallo sguardo bovino, sottomessi alla loro routine quotidiana, senza fermarsi mai nemmeno un momento, a guardarsi intorno e pensare. Sono l’unico essere umano cosciente, in un mondo di pecore.

Inbox – oggetti abbandonati sugli scaffali


17 Ott
Latito, hai ragione!
Ma avevo i miei buoni motivi. 
Il principale dei quali è: non avrei saputo che scrivere.
L’ambientamento a questa ultima faccenda ha assorbito le sue buone energia, 
tra chilometri sotto le suole e sana impotenza di fronte 
a certi problemi tipicamente caraibici,
tipo trovare nella Bombay del centro di Barranquilla tutto 
ciò che può servire in una casa, qualcosa tipo Ikea dei poveri.
Adesso, però, tutto sta prendendo la sua giusta piega.
I miei giorni iniziano con una secchiata d’acqua addosso nel patio dietro casa,
poi tutto ciò che succede si sta rivelando piacevole.
Come previsto, sono bastati pochi chilometri per separare 
nettamente Barranquilla da me, 
con il piacevole risultato di eliminare l’eliminabile.
In altre parole, passo buona parte del mio tempo in piacevole solitudine, 
forse perchè, ambientalmente parlando, il contesto aiuta. 
Oggi è mercoledì, per esempio.
Ogni mercoledì sera, per esempio, a Salgar la luce misteriosamente sparisce.
L’immagine di questo pueblo a lume di candela, con le stradine di sabbia e il
boato dell’oceano in sottofondo, è un momento di puro calòr.
Poi c’è l’università. Mi hanno dato un ufficio, mi hanno dato un computer,
mi hanno dato un corso di Italiano 1 e mi danno del lei. In più, mi danno libero accesso
alla mediateca universitaria, non solo ottimi libri – in italiano – 
ma anche una caterva di dvd. Non mi lamento. 
I miei studenti sono un bel gruppo, dai 17 ai 40 anni,
ed ormai viaggiamo per la sesta lezione, tra grammatica arti e cultura generale.
Ho una certa libertà nei contenuti, cerco di approfittarne.
Anche se ciò comporta sostituire tiziano ferro con giovanni lindo ferretti.
Venerdì, invece, inizio le lezioni della specialistica.
Due materie già da adesso, due materie più avanti.
E tu invece? Sapevo da fonti certe che eri partito in bici verso oriente.
Calcolando la velocità di internet in Val Mongia, 
il messaggio è stato qualcosa tipo
“è partito verso la romania in bici e treno. Grande”. Vago, ma credibile.
E come procede la cosa? Sei in solitaria? Se non è blasfemo dirlo, ti invidio.
Hai poi comprato un volo per queste terre maledette?
Vedrai tu come organizzarti, ma nel caso piombassi a Salgar
chiedi per la Casa de las tres Piedras ;-);-)
Spero di leggere qualche tuo intruglio di birra e sudore.
hola hermano!!! como te va la vaina?
qui sono praticamente al giro di boa di metà missione. Quasi a tirare un bilancio. Prima considerazione che sicuramente sarà difficile che possa resistere in italia più di qualche giorno. Seconda considerazione è che è un’esperienza che ti muta di dentro. Poi la fortuna di aver visto un popolo che difficilmente avrei potuto conoscere in altro modo.
Potrei accettare il consiglio di enzo ed andare a vivere in un luogo sperduto ed isolato. Saprei comunque di aver vissuto.
Mai come in questi giorni sono lontano dalla realtà materialistica occidentale. Per certi versi mi sono ancora più isolato di quello che già il posto comportava.
In questi giorni mi tornano alla mente le serate a salgar.
Luce soffusa e voluto isolamento. Già allora.
Non male direi.
Inizio a preparare lo zaino per il lungo inverno. Camminando.
Nulla può valer lo sforzo di fermarsi.
Si tornerà all’origine e alla migrazione.
Hola,
e beato te che puoi permetterti bilanci. 
Qua e' tutto un bombardamento indiscriminato di...nulla, alla fine.
Effettivamente il tempo scorre, da quelle parti probabilmente 
piu' lento del previsto, ma in un attimo sara' comunque tempo di migrare.
In questi giorni di troppe luci e antitetico isolamento (quant'e' lontana Salgar!)
mi sono accorto che non ha poi cosi senso, quello che continuano a ripetere tutti,
da queste parti. Voglio dire: il pandino delle poste,
il dover attrezzarsi per l'autunno, i programmi a lungo termine, 
ancora una volta, li lascio agli altri.
Quello che ritorna con insistenza nella cabeza, invece, 
e' il progetto di viaggio verso est.
Iran, Turchia, Inguscezia, donde sea. 
L'importante e' non avere una meta, solo un po' di adrenalina
e la sana sensazione di sentirsi vivo. 
I quattro soldi del signor posteitaliane vanno spesi in qualche modo,
e mai come in questo momento sento il bisogno di fare un qualcosa
di veramente utile; fuggire, per esempio. Un taglio netto.
E quindi non so che sara' nel tuo zaino per il lungo inverno.
Non so quale percentuale di tutta la carne che sto cercando 
di gettare sul fuoco cuocera' fino a diventare qualcosa di concreto.
In ogni caso, io ci so(g)no.
Sogno isolamento coniugato con movimento.

Diary of a Baltic Man

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