Scriveva lettere d’amore su vecchi origami
nella speranza che un giorno qualcuno le avrebbe aperte
e scorrendo un dito tra le pieghe del discorso
(là dove le parole si formano)
avrebbe separato tra loro i due lati del foglio.
Formando nuove figure
– asimmetrie armoniche in bizzarro equilibrio –
in un incrocio di frasi orizzontali verticali oblique
le lettere d’amore scritte su vecchi origami
ingiallivano sotto il sole secondo diverse tonalità di giallo.
Alcune parole invecchiavano rimanendo nere e intatte,
così com’erano state scritte.
Altre, sbiadivano sulla carta fino a diventare
vecchie macchie.
Altre ancora si piegavano e assumevano nuove forme
e qualcuna
forse arrivava a destinazione.
In una lettera d’amore scritta su un foglio d’origami,
le parole rimanevano nascoste e protette.