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Mater


08 Lug

Si muovono a piccoli passi tra la folla accelerata, braccio sotto il braccio e sole con se stesse. Due vite agli antipodi tra le pietre della citta’ millenaria; donne palesemente sole schiacciate da  un mondo di esuberanza maschile all’ora di pranzo. Splende il sole sui vicoli del porto, splende il sole piu’ in su delle case piu’ in su del cielo, splende il sole la’ nello spazio e nel tempo perduto.

Si muovono a piccoli passi con gli occhi fissi nel vuoto, cercando tracce di un passato, di un paese, di un figlio. Di un uomo. Donne sole abbandonate alla deriva. Occidente dimentica in fretta le sue madri; le terre dell’est non ne hanno mai avuta una. Entrambe si incontrano in un tacito compromesso. Un pezzo di carta e duecento euro al mese, via western union. L’illusione di morire un po’ meno sola. Ma entrambe sanno che non puo’ servire a nulla, che non e’ mai servito a nulla, i sacrifici rimangono impressi sul ventre materno ed i figli crescono infastiditi da una madre che ha abbandonato periferie e famiglie per umiliarsi al servizio di vecchi d’altri popoli. I figli possono essere crudeli, si prendono la vita e ti lasciano la morte, te la lasciano in compagnia di una sconosciuta moldava.

Si muovono a piccoli passi, cosi’ uguali e cosi’ diverse. Si appoggiano una sull’altra senza incrociare mai gli occhi, e nessuno sguardo si posa su di loro, esseri invisibili da evitare con un dribbling. Solamente le prostitute zittiscono un momento, quando passano di fronte ai loro portoni. Verrebbe da chiedersi che cosa pensino mentre camminano, quelle due donne cosi’ forti, quei due esseri umani cosi’ fragili.

Poi se ne vanno in fondo alla darsena, la’ dove non si siede piu’ nessuno.
Ad osservare il mare.

Diary of a Baltic Man

Real Eyes. Real Lies. Realize.


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