“Mollo tutto e vado a vivere ai Caraibi”.
Facile a dirsi.
Senza contare l’aria del mare che brucia i computer e le televisioni. La sabbia costantemente sul pavimento. L zucchero chiuso ermeticamente nel frigo, le formiche che compaiono dal nulla. Musica salsa alle sette e quarantacinque del sabato mattina nella finestra senza vetri dei vicini. Le zanzare cariche di dengue. Un sistema elettrico precario che soffre ogni volta che il frigo si mette in moto. L’acqua potabile chiusa in borse da cinque litri. Un’innumerevole schiera di sette evangeliche paragonabili solo alle zanzare cariche di dengue, incollata alle finestre dell’Inconvertibile. L’intrinseca complessità mentale nel mollare veramente il cosiddetto “tutto”, ed andare a vivere ai Caraibi.